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Bacino di carenaggio della Spezia, sciolto il Consorzio In evidenza

Esaurita la propria missione e conclusa la vendita, si chiude il ciclo di un organismo che ha attraversato la storia della cantieristica spezzina.

Bacino di carenaggio della Spezia Bacino di carenaggio della Spezia Foto da www.consorziobacinocarenaggio.it

 

Erano gli anni Sessanta quando la città fece muro contro la decisione del governo centrale di ‘sottrarre’ a Spezia la facoltà di costruire navi. Spezia, diceva Roma, avrebbe dovuto occuparsi solo di manutenzioni. Nel 1961 l’allora Camera di Commercio della Spezia, il Comune e la Provincia costituirono il ‘Consorzio per il bacino di carenaggio’ per realizzare un bacino galleggiante al servizio delle imprese che costruivano e riparavano navi, settore all’epoca con forti prospettive per il territorio. Inaugurato nel 1975, il bacino costò quasi 4 miliardi. Due, riconosciuta la strategicità dell’infrastruttura, furono di finanziamento statale.

Espletato il suo mandato, scaduta la convenzione con cui il Consorzio affidava la gestione della struttura da 40 mila tonnellate alla ‘Società Gestione Bacini La Spezia’ e perfezionata, tramite asta pubblica, la vendita a Fincantieri, il ‘Consorzio per il bacino di carenaggio’ ha proceduto oggi allo scioglimento nel corso della riunione presieduta dal liquidatore Marco Casarino.

All’incontro, che si è tenuto presso il Palazzo della Provincia, erano presenti Pierluigi Peracchini, anche in qualità di sindaco del Comune della Spezia, oltre che di presidente della Provincia, e Davide Mazzola, vice presidente vicario della Camera di Commercio Riviere di Liguria. L’atto è stato redatto del notaio Claudia Ceroni.

“E’ stato emozionante – il commento di Casarino – presiedere l’ultima riunione del Consorzio, organismo che ha attraversato più di sessant’anni di storia industriale spezzina. Oggi – aggiunge - si conclude un ciclo che ha visto operare unite le tre istituzioni cittadine”.

“Se oggi la nostra provincia è sede di un polo cantieristico di riferimento internazionale è perché le istituzioni pubbliche seppero garantire le giuste infrastrutture in cui l’industria ha potuto svilupparsi e crescere”, spiega Peracchini. “Gli enti pubblici – aggiunge - devono favorire formazione, innovazione e logistica per dare opportunità di lavoro e costruire economia”.

“L’attività del bacino – ricorda Mazzola – ovviamente prosegue, a testimonianza della sua importanza, oggi come allora. Con la sua realizzazione è infatti iniziata la leadership della cantieristica spezzina nel panorama nazionale delle riparazioni e delle costruzioni navali”.

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