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Stangata su alberghi, bar, negozi e imprese artigiane. E dopo chi resta? In evidenza

Dopo l'incontro con il Sindaco di Ameglia, del quale apprezziamo la disponibilità al confronto, sul tema degli aumenti previsti con l'entrata in vigore della Tares, Rete Imprese Italia evidenzia una tendenza che rischia di diventare devastante per l'economia e l'occupazione: il perseverare nell'aumentare l'imposizione fiscale alla piccola e media impresa – dichiara Federica Maggiani, coordinatore di Rete Imprese Italia della Spezia.

Comprendendo le difficoltà di bilancio dei Comuni vincolati dal "patto di stabilità" e da normative nazionali, apprezziamo il tentativo di venire incontro alle imprese ipotizzando agevolazioni per chi opera in modo virtuoso e in base al reddito, ciò nonostante, tutto questo non è sufficiente.

La Tares rischia di essere letale per aziende e cittadini alle prese della più grave crisi che abbia mai colpito il paese, chiamati a coprire i costi di un servizio che della sua inadeguatezza è ben visibile a tutti.

Ci attendiamo un salasso che rischia di far chiudere numerose imprese mentre la spazzatura prolifera in ogni angolo della provincia, il ciclo dei rifiuti non vede la luce, la crisi di Acam con i suoi costi che ricadono sulle tariffe, la raccolta differenziata ben lontana dalle percentuali minime previste per legge e molti sono i disservizi nella pulizia urbana.

Una "stangata" che mediamente quadruplica l'imposta agli alberghi, triplica quella per i bar e negozi, raddoppia per le carrozzerie o i parrucchieri

Rete Imprese Italia lancia un appello ai Comuni della provincia.

Prima che ogni singolo ente definisca le tariffe occorre un tavolo provinciale con le associazione per ricercare soluzioni condivise che portino a mitigare i gravi effetti della Tares sulle imprese e sulle famiglie e che dia garanzie sul miglioramento della raccolta dei rifiuti.

Rete Imprese Italia, che rappresenta CNA, Confartigianato Confcommercio e Confesercenti, chiede alle pubbliche amministrazioni l'applicazione di regole semplici e chiare che seguano il principio comunitario di "chi inquina, paga" scongiurando l'adozione indiscriminata dell'elemento quantitativo della superficie. Questo perché un capannone è un bene strumentale come lo può essere un tornio, serve all'economia ed è assurdo tassarlo. Chiediamo che siano applicati coefficienti di produzione che tengano conto della reale produzione di rifiuti. La Tares non può e non deve essere una tassa sui "metri quadrati" ma sul servizio pubblico del quale usufruisce l'impresa

Inoltre occorre verificare quali esenzioni sia possibile applicare alle imprese che già smaltiscono in modo autonomo una parte consistente dei rifiuti prodotti dalle loro attività, in molti casi considerati speciali, come le macellerie, i centri estetici, i barbieri, le officine ed altri.

Rete Imprese Italia, le imprese non intendono subire l'ennesimo aggravio di costi, non ce lo possiamo permettere.

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