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Decreto del fare, Rete Imprese Italia: ''Freno alla crescita, va cambiato nell'interesse del paese'' In evidenza

"La pazienza dei nostri imprenditori non è infinita. Il testo del decreto del fare viaggia in direzione decisamente diversa da quella promessa dal governo. Su ben altre prospettive si era basata la nostra apertura di credito nei confronti delle larghe intese".

Lo denuncia Rete Imprese Italia, l'associazione che raccoglie le imprese di CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti, invitando l'esecutivo a invertire immediatamente la rotta, coerentemente con gli impegni assunti di fronte al mondo delle micro, piccole e medie imprese.

Questa posizione è pienamente condivisa anche da Rete Imprese della Spezia che esprime forti preoccupazioni "se il testo non sarà immediatamente modificato, il provvedimento si tradurrà in ulteriori complicazioni burocratiche, maggiori costi e minori facilitazioni – dichiara Federica Maggiani (foto) coordinatrice di RTI della Spezia – e avrà effetti dannosi su un tessuto imprenditoriale e sociale già lacerato dalla crisi".

L'esempio più eclatante è forse l'introduzione del Durt (Documento unico di regolarità tributaria): un altro appesantimento, un "nuovo mostro". E poi lo snaturamento del Fondo centrale di garanzia, con il drastico taglio delle risorse destinate alle imprese che hanno maggiori difficoltà di accesso al credito, l'aumento di burocrazia e costi a carico delle aziende anche sul fronte della sicurezza, senza che ciò incida sulle condizioni di lavoro.

Insomma, il decreto del fare, presentato come lo strumento destinato a cambiare in meglio la vita delle imprese, rischia, al contrario, di porre altri freni alla crescita. "Eppure dovrebbe essere ormai chiaro che l'Italia non si salva se non si salvano le imprese e vanno adottate con urgenza misure per la crescita, sfoltendo, prima di tutto, la burocrazia che opprime le realtà produttive", conclude la coordinatrice provinciale di Rete Imprese, Federica Maggiani.

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