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Imprese spezzine contro l'aumento della Tares In evidenza

Grande preoccupazione e indignazione nel mondo della piccola impresa. Da mesi le grida d'allarme sembrano inascoltate, anzi si continua con la logica di colpire sempre i soliti noti, quelli che creano lavoro e pagano le tasse. In questi giorni, sulle imprese, si sta abbattendo una nuova e pesante stangata, l'imposta sui rifiuti e sui servizi comunali, la Tares.

"E' una imposizione iniqua – dichiara Rete Imprese Italia - con pesanti aumenti in confronto a quello che prima si pagava per la Tarsu. Con la crisi che grava sulle aziende, non siamo più in grado di sostenere ulteriori costi, ne va della stessa sopravvivenza della piccola e media impresa".

Le associazioni d'impresa Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti aderenti a Rete Imprese Italia, hanno chiesto l'apertura di un tavolo provinciale di concertazione con le amministrazioni comunali e l'Anci con lo scopo di cercare di mitigare e modificare le tariffe della Tares.

Questo perché la Tares è una tassa che nasce dal territorio, riguarda principalmente la gestione dei rifiuti e quindi scelte che negli anni sono state fatte qui nella nostra provincia. Se i costi sono eccessivi, non possiamo parlare di responsabilità nazionali, ma occorre ricercare un percorso di concertazione che consenta di ridimensionare costi e tariffe. Già oggi diciamo che non saranno accettabili nei prossimi anni aumenti: il mandato che diamo alle amministrazioni comunali è di ridurre i costi e qualificare i servizi.

Nel contempo, come associazioni aderenti a Rete Imprese, stiamo monitorando nei diversi comuni della provincia spezzina, l'incidenza dei costi sulle imprese e siamo stupiti su quanto sta emergendo.

"Alcuni esempi sono eclatanti, hanno quasi del grottesco – dichiara Federica Maggiani, portavoce di Rete Imprese della Spezia - le amministrazioni comunali devono riflettere sulle ricadute negative a danno delle imprese e definire le tariffe con equità".

Un primo screening realizzato da rete Impresa della Spezia ha rilavato che molti sono i casi e le anomalie, tanto che le associazioni invitano le imprese a segnalarle ai loro uffici per poterle evidenziare ai comuni.

"Certo, in merito ai costi, non tutte le responsabilità sono dei comuni – dichiara Federica Maggiani - ma questi non possono nascondersi dietro a una norma, alle difficoltà dei bilanci e alla crisi. Vi sono responsabilità e scelte locali che devono andare verso la tutela della piccola impresa che non può essere vessata, alla razionalizzazione dei costi del ciclo dei rifiuti e alla qualificazione del servizio, a partire dalla raccolta differenziata, guardando oltre alle difficoltà delle aziende di servizio o a veti culturali. Pensare che la soluzione di tutto questo sia semplicemente agire sulle tariffe è quanto di più sbagliato e come effetto collaterale porterà al collasso molte imprese e, senza la piccola impresa, non si supera la crisi".

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