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Allarme delle associazioni sui ritardi in porto, i terminalisti scaricano le loro inefficienze sull'autotrasporto In evidenza

Da luglio gli autotrasportatori spezzini attendono la realizzazione del progetto APNet che dovrebbe rendere maggiormente efficiente il sistema portuale locale attraverso un flusso organizzato delle merci, con la finalità di ridurre i tempi di attesa ed implementare il livello performante del sistema.

Ma sinora tutto tace e permangono invece le code, i ritardi, tempi di attesa che raggiungono le 4 ore. Le Associazioni degli autotrasportatori Confartigianato Trasporti e Fita Cna non ci stanno e denunciano con forza una situazione non più tollerabile. «Quotidianamente gli autotrasportatori – dichiarano Nicola Carozza e Maurizio Giacomelli, funzionari rispettivamente di Confartigianato Trasporti e Fita Cna - ci segnalano code di accesso al porto, ritardi dovuti ai tempi di attesa, una canalizzazione del traffico che inevitabilmente genera lungaggini, problemi alle sbarre per il riconoscimento dei badge, agitazioni spontanee, susseguenti ripercussioni sui tempi di esecuzione del ciclo camionistico secondo le normative che regolano i tempi di guida e riposo». Un gruppo di piccole aziende e medi gruppi ha firmato un documento scritto dalle Associazioni e inviato all'Autorità Portuale chiedendo un incontro urgente. Sul tavolo questa volta c'è il problema scottante della competitività delle medie imprese spezzine alla luce del fatto che molti clienti stanno concretamente iniziando a valutare l'appetibilità e i tempi di accesso e carico/scarico di altri scali limitrofi. «L'Autorità Portuale – aggiungono Vincenzo Burroni, Presidente di Confartigianato Trasporti e Pier Luca Mainoldi di Fita Cna - si è impegnata nella definizione di buone pratiche operative nel ciclo portuale documentale, nell'implementazione degli strumenti tecnologici al fine della comunicazione dei ritardi e delle code. Purtroppo sinora non sono stati ancora introdotti neppure gli immediati correttivi proposti dagli autotrasportatori mentre i terminalisti pensano solo alla fruizione dei loro spazi e dei loro tempi non lavorando adeguatamente in sinergia con la categoria degli autotrasportatori sui quali vengono scaricate così tutte le inefficienze, le responsabilità ed i costi generati della filiera». Per questo motivo le Associazioni propongono di avviare un ragionamento con Autorità Portuale e terminalisti sull'indennizzo dei tempi e i ritardi nel terminal come stanno facendo altri porti italiani.

 

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