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Cassa integrazione in Liguria: meno ore, ma crisi non è finita. Spezia e Imperia tengono alto il dato In evidenza

Gli ultimi dati disponibili sulla cassa integrazione in Liguria (dicembre 2014) fotografano il carattere strutturale della crisi che viene testimoniato dalla tipologia prevalente degli interventi attivati: oltre il 62% delle ore autorizzate in Liguria (10 milioni su 16) riguardano la cassa integrazione straordinaria, ossia crisi o procedure concorsuali (fallimenti ecc.)., percentuale molto più alta di quella del Nord-Ovest (55.7%) e del dato nazionale (56.15%) 

E' Spezia, ma soprattutto Imperia a far alzare questo dato: la città dell'estremo ponente ligure raggiunge nel 2014 il suo massimo storico per ore autorizzate a causa proprio dell'impennata della CIGS, in particolare con l'industria alimentare che passa da 9.345 a 108.706 ore, ma ancor più con i trasporti che schizzano da 5.568 a 145.680 ore autorizzate; alla Spezia l'incremento record dell'81,7% della CIGS pari a 645.611 ore in più sul 2013 è da imputare interamente alle crisi dei comparti del legno, della chimica, e del settore della carta, stampa ed editoria.

Che la crisi sia strutturale lo si capisce anche dal connubio tra questi dati con il pesante calo generale del ricorso agli ammortizzatori sociali in Liguria. A dicembre 2014 le ore di cassa integrazione guadagni autorizzate in Liguria sono state 670.466, portando il totale dell'anno a 16,1 milioni, valore in calo di oltre 4 milioni di ore rispetto al 2013 (pari al 20,08% in meno). Nel contesto nazionale, che evidenzia un complessivo rallentamento su base annua (-5,97%), la Liguria mostra un decremento delle ore autorizzate molto più vistoso (-20,08%) anche rispetto al Nord-Ovest (che si ferma ad un più modesto -3,25%). Il calo imponente del ricorso agli ammortizzatori sociali ordinari e straordinari unito alla lenta uscita di scena dell'ammortizzatore in deroga, sembrerebbe prefigurare un'ulteriore evoluzione della crisi che dal 2010 ha investito il tessuto produttivo ligure; se da un lato le imprese paiono ormai tarate su organici ed orari di lavoro ritenuti adeguati e funzionali al contesto economico corrente, dall'altro assistiamo alla rinuncia a richiedere la cassa integrazione e passare direttamente alla riduzione di personale.

Per quanto riguarda le altre province si segnala Genova dove calano gli interventi per industria ed edilizia nella CIGO (-18.8%), aumenta esponenzialmente il ricorso alla CIGS nell'edilizia (+249%) e nel Commercio (+97.9%) mentre cala nell'industria, e nella CIG in deroga assistiamo ad un calo generalizzato in tutti i settori dovuto (anche e soprattutto) dalle incertezze normative, dalla scarsità di risorse e dalla modifica dei criteri di erogazione. A Savona il calo più rilevante con un -4,34% di CIGS, la CIGO scende di oltre un quarto (-25,44%) e la CIG in deroga crolla con un -55,82% rispetto all'anno precedente. (Marco De Silva, Ufficio Economico Cgil Liguria)

 

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