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ICARUS, dal 2016 le operazioni di ricerca e soccorso in mare diventano robotizzate In evidenza

Il 9 e 10 luglio  2015, presso la Base della Marina Portoghese di Alfeite (Almada), a Lisbona, 24 partner da 9 Paesi hanno dato dimostrazione del sistema ICARUS (Integrated Components for Assisted Rescue and Unmanned Search Operations) prodotto finale dell'omonimo Progetto Europeo (qui) finanziato dalla Commissione Europea nell'ambito del Settimo Programma Quadro.

Iniziato nel 2012, ICARUS ha sviluppato robot che potranno aiutare i soccorritori a localizzare e salvare persone in pericolo in zone colpite da disastri e calamità, in mare e in terra. La ricerca e soccorso robotizzata (in inglese: Unmanned Search and Rescue, SAR) può essere di grande aiuto ai soccorritori per operare più velocemente, in maggior sicurezza, e salvare così più vite umane. In mare, dove i tempi di sopravvivenza per un disperso sono ridotti e anche la vita dei soccorritori può essere a rischio in particolari condizioni, l'aiuto dei robot è ancora più essenziale. Veicoli di superficie senza pilota (Unmanned Surface Vehicles, USVs) in grado di trasportare e rilasciare zattere di primo soccorso possono fare la differenza.

La dimostrazione, che ha avuto luogo, a Lisbona ha coinvolto i partner di progetto portoghesi (CINAV, INESC, ESRI), spagnoli (EURECAT e INTEGRASYS), svizzeri (ETHZ), italiani (Calzoni), polacchi (IMM) e belgi(SpaceApplicationServices), oltre ovviamente agli esperti del CMRE. Nelle acque del Tago è stato simulato un disastro marittimo.  "Pensiamo per esempio a una nave passeggeri in difficoltà o addirittura a un naufragio, magari in condizioni meteo-marine proibitive. Robot possono essere di grande aiuto alle squadre di soccorso soprattutto quando per queste è impossibile operare in sicurezza" spiega Aníbal Matos,  ricercatore della INESC TEC (INESC Technology and Science) e docente alla facoltà di Ingegneria dell'Università di Porto (FEUP), tra i responsabili dell'evento.

Nella dimostrazione sono stati utilizzati veicoli autonomi di superficie (Unmanned Surface Vehicles, USVs) e aerei (Unmanned Aerial Vehicles, UAVs), in grado di lavorare insieme in una rete, che ne accresce interoperabilità e quindi indipendenza. Il CMRE, all'interno del Progetto, si è occupato proprio dello sviluppo di questa capacità, integrando nuovi software su una piattaforma USV esistente creata dall'azienda italiana L3 Calzoni. "Grazie all'apporto tecnologico, assolutamente all'avanguardia, del CMRE, il sistema è in grado di portare a termine missioni SAR con minima supervisione da parte dell'uomo. Tutte le componenti robotiche collaborano tra loro nel network ICARUS, compresa la piccola piattaforma di salvataggio studiata da INESC-TEC per l'avvicinamento fisico ai naufraghi" , dice Stefano Fioravanti, Scientist in Charge CMRE per ICARUS.

Il sistema sarà pronto per l'uso a inizio 2016, quando ufficialmente il Progetto verrà chiuso. Tra gli utilizzatori finali vi sono i team SAR della Marina Belga e di quella Portoghese che hanno espresso interesse per le future applicazioni.

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