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Acciughe liguri a rischio? Ma quando mai. Coldiretti Impresa Pesca sbugiarda Greenpeace In evidenza

Riceviamo e pubblichiamo da Coldiretti Impresa Pesca Liguria - Le acciughe nel Mar Ligure stanno finendo? Secondo Greenpeace, sì. Tuttavia, l'allarme lanciato dal sodalizio ambientalista altro non è che una costruzione fuorviante, basata su fragili e distratte fondamenta.

Greenpeace, per dimostrare che le acciughe sono a rischio, menziona la riduzione di "pan do ma" scaricato dai pescherecci e l'innalzamento del prezzo del tipico pesciolino ligure. Argomenti che Coldiretti Impresa Pesca Liguria smonta minuziosamente. "La diminuzione delle acciughe sbarcate, - così l'organizzazione - non è legata a un collasso della specie, come afferma Greenpeace, ma ad altri fattori. In primis, il disarmo di diverse imbarcazioni dovuto principalmente al mancato ricambio generazionale nel settore. Poi c'è la drastica riduzione dei volumi di vendita, dovuta sia al cambio delle abitudini alimentari - anche, semplicemente, al poco tempo disponibile per pulire il pesce - sia alla presenza sempre più massiccia del prodotto estero". Nessuno scenario apocalittico in vista, quindi. Al contrario: la situazione in Liguria, spiega Coldiretti Impresa Pesca, vede attualmente un sostanzioso ripopolamento dei mari, dopo anni di carenza di acciughe. Un fenomeno tale da indurre i pescatori ad autoregolamentarsi per evitare di pescare troppi pesci e doverli poi buttare via, perché rimasti invenduti. Greenpeace prende una cantonata anche sul tema prezzi. "Non ha senso citare il prezzo delle acciughe rilevato in una sola giornata, come fatto dall'associazione ambientalista. - così Coldiretti Impresa Pesca Liguria - Il prezzo al chilo, infatti, varia di giorno in giorno in relazione alla quantità di prodotto presente sui mercati, determinata a sua volta dalle condizioni del mare e quindi delle barche che sono riuscite a operare. Ben più significativo sarebbe invece stato considerare la media dei prezzi del 2015 e confrontarla con quella degli altri anni. Se Greenpeace lo avrebbe fatto, avrebbe scoperto che per tutta la stagione di pesca 2015, iniziata ad aprile, le acciughe hanno mantenuto prezzi assolutamente popolari, e questo - a dimostrazione che non c'è alcun spopolamento in corso - a causa dei grandi quantitativi immessi sul mercato ittico". Soltanto un serio monitoraggio della risorsa ittica può realmente e scientificamente quantificare la biomassa di acciughe o di qualsiasi altra specie soggetta a uno stress dovuto all'attività di prelievo. Il resto è superficiale allarmismo, che poco c'entra con la tutela dell'ambiente e degli ecosistemi, da sempre una delle priorità di Coldiretti Impresa Pesca Liguria. (25 luglio)

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