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Micro-credito: la figura dell'educatore finanziario, intervista a Roberto Ribolla

di E. Marchini

Dottor Ribolla può ricordarci a chi è rivolto il progetto micro-credito e chi sono gli attori coinvolti?
Il progetto nasce da un accordo tra Fondazione, Banca Carispezia, Provincia e Caritas. Il micro-credito è rivolto a persone in difficoltà che abbiano comunque la possibilità di restituire la somma che gli viene erogata, nella situazione attuale il limite è di 3500 euro.

Perché si fa richiesta di micro-credito?
In genere sono persone che  si trovano nell’impossibilità  di pagare bollette perché hanno perso il lavoro, oppure con il micro-credito si può acquistare una macchina che serve per andare a lavorare, oppure i soldi del micro-credito vengono usati per far pagare gli studi ai figli.

Quali sono le peculiarità di questo servizio?
A differenza di altri interventi, come quello erogato dalla fondo per la prevenzione dell’usura che servono a ristrutturare posizioni debitorie particolari, il micro-credito eroga una cifra che risponde a esigenze di tipo familiare. Il prestito caratterizzato da rate piuttosto modeste  è da restituire in 48 mesi.

Qual è la sua funzione nell’ambito del progetto?
Nell’ambito di questo progetto mi è stata ritagliata la funzione di educatore finanziario, cioè di colui che accompagna le persone che fanno richiesta di micro-credito nel gestire eventuali difficoltà che possono sopraggiungere. Cerco, inoltre,  di educare le persone alla legalità, all’uso responsabile del denaro, consigliando comportamenti ordinati che evitino sprechi.

In pratica come svolge il suo incarico?
Da fine maggio, quando è stata istituita la mia funzione, tramite appuntamenti, mi incontro settimanalmente con tutte le persone che fanno richiesta del mio intervento. In genere, le persone che si rivolgono a me hanno problemi maggiori rispetto a come gestire un prestito di micro-credito; sono persone che hanno perso il lavoro, che hanno un mutuo da pagare; sono persone che hanno dovuto chiudere attività commerciali con perdite; che si sono progressivamente indebitate con banche finanziarie e che si trovano in difficoltà a rimborsare i prestiti; oppure sono immigrati. Ho cercato sempre di lavorare al meglio per risolvere qualche situazione pregressa, a volte io stesso ho chiesto moratorie, sconti d’interessi, o stralci parziali del debito per prestiti già attivati da parte di finanziarie. Altre volte il mio compito si è limitato a quello di consigliere indicando, ad esempio, a quali debiti dare la priorità.

Quanto ne sanno del micro-credito le persone che si rivolgono a lei?
Le domande sono avviate dai distretti socio-sanitari, quindi le persone conoscono bene in cosa consiste questa formula e quando arrivano da me chiedono solo informazioni di tipo pratico.

Come vede il futuro di questo progetto?
Si potrebbe migliorare questo strumento coinvolgendo altri enti, in questo caso si riuscirebbe anche ad allargare il fondo di dotazione di garanzia e si potrebbe aumentare il limite dell’intervento arrivando a finanziamenti più sostanziosi sino a importi di 5-6 mila euro. Allo stesso modo sarebbe importante poter usare meglio nella provincia spezzina i fondi di prevenzione all’usura messi a disposizione dalla legge 108 del 1996 e destinati a pagare le posizione debitorie.

E.Marchini

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Tel.  +39 0187.77231
Fax +39 0187.772330
Email: segreteria@fondazionecarispezia.it

www.fondazionecarispezia.it

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