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Ravecca, Confesercenti: “La città nuova che vogliamo” In evidenza

di Gianluca Solinas – Prosegue il nostro lavoro di ascolto di tutte le associazioni, in vista delle elezioni del prossimo 11 giugno.


Abbiamo chiesto al riconfermato Presidente di Confesercenti La Spezia Alessandro Ravecca e ad alcuni rappresentanti dell’associazione, di chiarire alcuni punti importanti che Confesercenti desidera sottoporre al futuro sindaco della città.


Intervenuti, oltre al Presidente Ravecca, anche il Direttore Rita Mazzi, la referente comunale Graziana Gianfranchi e i funzionari sindacali Fabrizio Capellini e Fabio Cidale.


Presidente Ravecca, fra poco si vota e l’importanza di questa tornata amministrativa per la città ed il suo futuro è sotto gli occhi di tutti, quali sono le istanze, le proposte, che Confesercenti ha raccolto dai suoi iscritti e che vuole portare all’attenzione della nuova giunta?


“Quello che chiediamo noi è ciò che in definitiva vuole la città. Gli interessi che rappresentiamo, quelli dei nostri associati, che svolgono attività imprenditoriali soprattutto legate al commercio e sul turismo, forse mai come in questo momento coincidono con quelli più ampi dell’intera città. Finalmente Spezia può definirsi una città turistica, ha fatto molto per cambiare negli ultimi anni, stiamo crescendo come presenze e vogliamo che i turisti vengano da noi e tornino perché si sono sentiti accolti bene. Al primo punto mettiamo quindi il turismo, il 16% di crescita sta a rappresentare che la provincia spezzina è la prima in Liguria per crescita in questo settore. Chiediamo quindi un impegno concreto e una visione a lungo termine riguardo a questo obiettivo perché fare turismo non vuol dire soltanto aprire dei B&B (che comunque stanno crescendo a vista d’occhio in Italia e in Liguria), ma fare “cultura” del turismo e cioè avere la consapevolezza che i nostri competitor sono globali e che le 5 Terre sono il “motore” della nostra attrattiva turistica, che oltre il 60 % del turismo è internazionale e quindi insistere nei corsi di formazione non solo di lingua inglese ma anche rivolti all’accoglienza e un contributo da parte della nuova giunta lo riteniamo in questo senso fondamentale. Il Distretto Turistico è uno strumento che riteniamo adeguato vista anche la difficoltà dell’Ente Provincia, in passato deputato a svolgere compiti istituzionali legati a questo settore ed ora in difficoltà a causa del vuoto legislativo che ne ha ridotto l’attività. La Spezia ha la capacità di poter assumere il ruolo di guida in un comprensorio che va oltre i confini amministrativi della provincia, si va dalla Riviera, alle 5 Terre, alla Val di Vara, alla val di Magra alla Lunigiana, un territorio vasto e composito che offre davvero molto e che secondo noi va messo a sistema. Una città come la Spezia deve dimostrare di avere le capacità di assumere un ruolo centrale non a parole ma nei fatti, incrementando quella “cultura del turismo” che altri, come nel caso delle 5 Terre, hanno saputo sviluppare. Servono competenze chiare, non solo i politici ma anche i tecnici devono saper parlare di “marketing territoriale” con chiarezza. Questa cultura deve entrare nella cultura comune a partire dalle scuole. Anche gli stessi operatori commerciali, così come ad esempio i tassisti, devono avere ben a mente cosa offre il territorio in cui operano, perché info-point a parte, che certamente sono molto utili, è la città che deve crescere nella consapevolezza di ciò che vuole essere e i commercianti sono coloro ai quali il turista si rivolge spesso per chiedere informazioni. Se siamo noi i primi a capire ed a conoscere ciò che ci circonda possiamo anche raccontarlo agli altri. In pratica la formazione per le categorie a contatto con il pubblico riteniamo sia fondamentale. Abbiamo già tutti gli strumenti, ci vuole formazione culturale diffusa per incentivare il turismo. Si parla di numero chiuso alle 5 Terre, che devono capire che fanno parte di un territorio più vasto evitando il sovraffollamento allargando l’area di interesse per i turisti, solo così a nostro avviso si possono risolvere questi problemi, cercando di incentivare le persone a distribuirsi lungo tutto il territorio e per far questo serve fare sistema e offrire alternative. Allungare la stagione e offrire una distribuzione che abbia però caratteristiche simili a quelle già offerte alle 5 Terre si può fare. Spezia ha tutte le caratteristiche per guidare un sistema turistico ampio e accogliente. In questo senso il prossimo sindaco della città, che sarà anche il presidente della provincia, deve avere un orizzonte e la capacità di interagire anche con i comuni limitrofi, solo così si potrà mettere davvero a sistema un vero Distretto Turistico".


Le tipicità esistono, ma vanno promosse e valorizzate, così come le peculiarità culturali e storico-paesaggistiche. Cosa si può fare in proposito secondo voi?


Un altro tema importante e connesso al Turismo è quello dei prodotti tipici che sono legati all’agricoltura. Le politiche relative alla produzione di tipicità sono un importante volano per l’economia della zona e il sentir parlare di un assessorato all’agricoltura fa piacere.
La valorizzazione del sistema museale e di quello delle fortezze va nella direzione che storia, cultura e tipicità vanno di pari passo nella costruzione di questo sistema turistico. Si può arrivare nei sentieri delle 5 Terre e della Val di Vara partendo dalla città. Trekking, attività all’aperto, possono avere Spezia come punto di partenza.


Temi come sicurezza e decoro urbano non possono mancare nelle proposte che fate alla prossima giunta. Quali sono le priorità secondo voi?


“Certo che decoro e sicurezza urbana devono essere al primo posto, crediamo che Spezia non abbia le criticità presentate in altri territori e pensiamo che l’introduzione della videosorveglianza possa essere un valido deterrente perché in futuro non vi siano problemi. Anche se è migliorata la situazione delle fognature deve essere ancora risolta del tutto, gli odori sgradevoli non fanno parte del pacchetto che una città turistica si può permettere, quindi allacciamento completo alla rete fognaria e resuscitare i progetti per la Diga foranea e completamento del Waterfront (senza voler entrare nella polemica politica, il Waterfront semplicemente non c’è), riteniamo siano assolutamente necessari per l’immagine e la vivibilità della nostra città”.


Una città non è fatta solo di centro storico, le periferie anche alla Spezia soffrono e non poco, come intervenire?


“Pensiamo non solo ad un turismo che coinvolga solo il centro storico ma che trovi sbocchi ed attrattive anche nei quartieri periferici. Certamente le recenti inaugurazione della nuova Beghi e dell’area ex-Fitram al Canaletto così come l’apertura della nuova Mediateca Regionale Ligure in prossimità del quartiere Umbertino sono segnali importanti ma non bastano. Queste zone necessitano di riqualificazione anche nelle piazze e nei marciapiedi, nel verde pubblico e, perché no?, anche di percorsi studiati apposta per i turisti. Laboratori tematici sulle tipicità che qualificano alcune aree dei quartieri periferici sarebbero una possibilità. Anche qui la sicurezza è importante e ricordo che ogni vetrina aperta ed illuminata rende più vivo il quartiere e offre più garanzie di sicurezza per gli abitanti.


Anche trasporti e parcheggi costituiscono un tema “evergreen”, avete proposte in tal senso?


Ogni proposta rivolta ad incentivare il trasporto urbano sostenibile, (come creare un hub in Piazza Kennedy dove trovare un terminal per il trasporto pubblico extraurbano mentre navette dedicate, magari elettriche, fanno la spola fra piazza Kennedy e Piazza Chiodo, dove si possono sfruttare le aree arsenalizie per i parcheggi) ci trova interessati, cosi come la creazione di un trasporto marittimo interno al golfo, anche questo tramite mezzi ad energia sostenibile e rinnovabile che oltre ad essere intelligente sarebbe anche molto utile e toglierebbe un sacco di traffico dalle strade di collegamento interne al golfo.
Una proposta sui parcheggi riguarda non solo la zona di Porta Sprugola interna all’Arsenale sulla quale per fortuna esistono oggi iniziative ma anche quella dove oggi sono presenti le Associazioni d’Arma, centrale e secondo noi perfetta come zona di parcheggi per seguire la parte nord del centro.


I costi, le tasse, la burocrazia: il commercio soffre pastoie di ogni genere da sempre, cosa chiedete in proposito?


Incentivi fiscali (a cominciare dalla riduzione della Cosap) e snellimento della burocrazia crediamo siano indispensabili aiuti al settore del commercio, cosi come l’estensione delle condizioni facilitate di parcheggio (gratuito o ridotto) che abbiamo soltanto nel periodo natalizio, pensiamo vadano estese, concordando con le associazioni come la nostra i periodi, almeno per due giorni al mese, in modo da incentivare l’attrattiva commerciale spezzina durante tutto l’anno.
Chiediamo anche un vero a proprio censimento per verificare le proprietà immobiliari, i fondi sfitti sono molti e creare, attraverso una convenzione con le proprietà, la possibilità di affitti a prezzi calmierati, pensiamo possa essere d’aiuto a chi fosse interessato ad avviare nuove attività. Questo specialmente se il tutto si inserisce in progetti rivolti alle vie dei quartieri periferici, dove ci sarebbe la possibilità di creare vie “dedicate” a specifici prodotti.


Si parla spesso di Grande Distribuzione e si sentono pareri spesso contrastanti in merito, qual è la posizione di Confesercenti?


Per ciò che riguarda il commercio ed il rapporto con la grande distribuzione diciamo STOP a quest’ultima ritenendo che di centri commerciali il nostro territorio (cosi come tutto il territorio nazionale) non abbia ulteriore necessità. Crediamo altresì che incentivare il commercio di prossimità sia un’occasione per rilanciare il ruolo del commercio come aggregatore del tessuto sociale ed urbano.


In definitiva?


In definitiva dobbiamo lavorare tutti nella solita direzione, perseguendo il medesimo obiettivo: uno sviluppo del territorio che porti nuovo benessere, specialmente per le nuove generazioni. Dobbiamo fare in modo che i nostri giovani, dopo un periodo di esperienza e conoscenza in giro per il mondo, non siano costretti a restare fuori per costruirsi la propria vita professionale e familiare ma possano rientrare a casa e mettre a disposizione di tutti il loro bagaglio di esperienze, le loro idee. C’è bisogno di una nuova generazione di professionisti, imprenditori, amministratori. C’è bisogno di una nuova classe dirigente giovane, dinamica, preparata, entusiasta.

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