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Il suono delle foreste di Gorgonie nell'Area Marina Protetta delle Cinque Terre In evidenza

Una attività di monitoraggio che costituisce un importante progetto pilota.


Un innovativo progetto pilota, studiato per monitorare la qualità delle foreste di gorgonie, porterà nell'Area Marina Protetta delle Cinque Terre i principali studiosi mondiali: l'Istituto di ricerca Chorus, con sede a Grenoble e l'Observatoire Océanologique de Banyuls sur me. Questi, coadiuvati dai tecnici dell'Area Marina Protetta , hanno programmato specifiche attività di monitoraggio scientifico destinate a una raccolta dati per rappresentare e fotografare l'ecosistema marino protetto, caratterizzato da un impatto antropico praticamente trascurabile di questo periodo di blocco delle attività.

 

Chorus è un gruppo specializzato in ecologia acustica e nell'utilizzo dei paesaggi sonori per lo sviluppo di indici di qualità di habitat marini, applicati nella gestione ambientale e nella caratterizzazione e quantificazione del rumore di origine antropica e i suoi effetti sulla fauna marina. Per le loro ricerche, l'AMP delle Cinque Terre è un luogo ideale di studio.

Il tratto di mare protetto, antistante le Cinque Terre, racchiude, infatti, i caratteri tipici delle foreste di gorgonie del Mediterraneo Occidentale situate, spesso, in vicinanza di zone più o meno antropizzate. In questa AMP, inoltre, sono già in corso studi sui popolamenti di gorgonie nell'ambito di un progetto europeo INTERREG MARITTIMO IMPACT di cui l'Observatoire Océanologique de Banyuls sur mer è partner.

"Attualmente si è concluso il posizionamento di idrofoni destinati al rilevamento del rumore subacqueo - dice Donatella Bianchi, presidente del parco nazionale delle Cinque Terre - Sono apparecchiature scientifiche in grado di registrare, a flusso continuo, la qualità delle fonti e le intensità del rumore in aree strategiche all'interno dell'Area Marina Protetta. Le campagne di indagine, vista l'emergenza sanitaria e la conseguente assenza dei principali elementi di disturbo acustico di origine antropica, sono state programmate e saranno effettuate una in estate e una in inverno. La durata di ogni campagna di monitoraggio sarà di circa 10 giorni ma potranno essere ulteriormente implementate - prosegue la presidente Bianchi - Le Cinque Terre saranno sempre più un laboratorio di esperienze umane e ricerche scientifiche"

Lo studio si inserisce nelle azioni di monitoraggio scientifico programmate dai tecnici dell'amp che prevedono campionamenti ambientali specifici (analisi chimico-fisica delle acque, torbidità, ecc.), oltre a rilievi subacquei quantitativi e quantitativi dell'ittiofauna mediante modalità "visual census". Alle analisi dei dati acustici e demografici delle foreste di gorgonie concorreranno l'equipe di Chorus e un gruppo di lavoro del CNRS.

Il metodo di indagine sviluppato da Chorus e utilizzato per studi in habitat degradati o su strutture artificiali, dovrebbe permettere di tracciare delle mappe acustiche. Tramite algoritmi, il traffico marittimo nelle zone di ascolto verrà analizzato. Le imbarcazioni di passaggio verranno contate e il loro rumore verrà quantificato. Ci si aspetta che i valori in estate (traffico alto) saranno maggiori che in inverno (traffico moderato). Il rumore prodotto verrà sovrapposto a quello naturale per stimare la perdita dell'impronte sonore delle foreste di gorgonie a causato delle attività antropiche. Dal confronto delle mappe acustiche tracciate nelle tre zona A e B o C dell'AMP, sarà possibile identificare e quantificare l'effetto "riserva rumore" della zona A rispetto alle altre zone. La sovrapposizione del rumore antropico a quello biologico, infatti, si usa per calcolare la diminuzione del raggio sonoro di un habitat naturale che riduce lo spazio di comunicazione fra individui e il raggio di ascolto che guida le larve verso la costa.

Questo dato sulla produzione sonora della foreste di gorgonie sarà utili a studiarne la popolazione, fornendo informazioni sulla struttura della colonia e la sua distribuzione. Inoltre, studi più specifici permetteranno di valutare se, come avviene per le barriere coralline tropicali, questa impronta sonora generata dalle foreste possa attirare invertebrati e pesci agli stadi giovanili. Per rispondere a questa domanda occorrono studi congiunti basati sia sulle metodologie acustiche passive, sia sull'identificazione e conteggio visivi. Ciò permetterà di e fornire, anche, dati sulle dinamiche legate ai cambiamenti climatici

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