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Tutti vogliono l'ospedale, ma in consiglio volano gli stracci. E il Pd si spacca (video) In evidenza

di Gabriele Cocchi – Seduta fiume di 7 ore, ma niente accordo tra maggioranza e opposizione. Cenerini: “Parlateci dei legami tra Pd e Pessina”.

Fiumi di parole per invocare l’unità sul nuovo ospedale del Felettino, altrettanto inchiostro per chiedere di mettere da parte le appartenenze politiche e fare fronte comune. Ma era solo fuffa.

Ieri sera il consiglio comunale, al termine di una seduta fiume durata ben 7 ore e terminata alle 4 di notte, si è puntualmente spaccato sul dossier del nuovo ospedale del Felettino.

Davanti al gioco delle parti della politica, com’era facilmente prevedibile, gli appelli all’unità si sono sciolti come neve al sole, lasciando spazio alle accuse reciproche e alle sparate per guadagnarsi la prima pagina.

Alla fine è passato l’ordine del giorno del centrodestra (votato anche da Lorenzo Forcieri), che impegna sindaco e giunta “a intervenire su Ire per proporre una diffida immediata di ripresa dei lavori nei confronti dell’ATI Pessina-Coopservice”, “a chiedere un impegno esplicito da parte della Regione per il mantenimento delle specialistiche in essere presso gli ospedali della provincia spezzina” e “a richiedere alla Regione un piano sanitario provinciale per gestire la fase transitoria fino alla consegna del nuovo ospedale, con pieno utilizzo di tutte le strutture sanitarie esistenti”.

In più, in caso di risoluzione del contratto di appalto, il documento della maggioranza prevede anche di “chiedere immediatamente alla Regione di stanziare le risorse economiche necessarie a riappaltare immediatamente il progetto approvato”.

Altro che unità: ieri sera il consiglio comunale si è aperto con ben quattro mozioni diverse sul futuro del cantiere del Felettino.

Nemmeno l’opposizione si è presentata con una sola voce, depositando tre mozioni differenti e un ordine del giorno: una a testa per il gruppo di LeAli a Spezia di Guido Melley, la consigliera Federica Pecunia per Italia Viva, il gruppo del Pd insieme ai consiglieri Baldino e Liguori e l'ordine del giorno del M5S con Spezia Bene Comune di Lombardi, oltre ovviamente al documento del centrodestra.

Anzi, a fine seduta si è persino spaccato il gruppo del Pd, con Dina Nobili che non ha firmato l’ordine del giorno della minoranza smarcandosi dai colleghi Marco Raffaelli e Luca Erba, non condividendo la richiesta di potenziare l’ospedale San Bartolomeo “per sopperire alle carenze del Sant’Andrea”.

A più riprese la minoranza ha sottolineato però che il centrodestra non ha mostrato alcuna disponibilità nei giorni scorsi a stilare un documento unitario di tutto il consiglio comunale. Anche se durante l’assemblea di stanotte dai banchi della maggioranza sono arrivati più appelli all’unità per votare un documento unitario: “Lo scopo di questo consiglio comunale è rafforzare la posizione del sindaco in questa vicenda, votando pochi punti importanti – ha ricordato il capogruppo della Lega Lorenzo Viviani – Approvare un documento unico sarebbe un bel segnale”. Un tentativo poi naufragato durante la riunione dei capigruppo a notte inoltrata: troppo distanti le posizioni tra maggioranza e opposizione.

Tutti chiedevano a gran voce la prosecuzione dei lavori, con opinioni differenti sulle cause dello stallo attuale, dopo la bocciatura della variante presentata dall’impresa costruttrice Pessina.

Per il centrosinistra gran parte della colpa è della Regione e di Ire, la stazione appaltante, che avrebbe analizzato la variante con un ritardo inspiegabile, mentre per il centrodestra è la natura stessa dell’appalto, assegnato nel 2015 dalla giunta regionale Burlando, ad aver determinato il blocco del cantiere.

Se per la maggioranza Marco Frascatore ha ricordato "le responsabilità pesantissime del centrosinistra", precisando che il famigerato piano B “è soltanto costruire veramente il nuovo ospedale, garantendo risorse certe per finanziare i lavori”, dall'opposizione Dina Nobili ha chiesto l'istituzione di una commissione temporanea dedicata al Felettino, così come la verifica della possibilità da parte del Comune di sostenere gli esposti alla Procura della Spezia e alla Corte dei Conti del Manifesto sulla sanità locale.

"Ma perché avete fatto passare quattro anni per dire che c'erano dei dubbi sull'appalto? - ha chiesto Federica Pecunia di Italia Viva - La giunta regionale è stata eletta nel 2015, perché ha messo la pietra inaugurale del cantiere se ora sostiene che l'appalto è vergognoso? Inoltre l'assessore regionale alle infrastrutture Giampedrone aveva dichiarato che i lavori sarebbero finiti nel 2020, poi è completamente scomparso senza più dire una parola sul Felettino".

"Le responsabilità sono della Regione, che ha centralizzato l'appalto a Genova, la nostra città è stata totalmente scavalcata - ha attaccato Guido Melley - La Regione non ha mai messo in discussione l'operato di Ire". Dal gruppo LeAli a Spezia sono arrivate anche le richieste di un nuovo accordo di programma per la costruzione dell'ospedale, dell'assicurazione che vengano scongiurate possibili privatizzazioni e dell'affidamento dell’appalto agli uffici del Comune della Spezia, nel caso di una risoluzione del contratto con Pessina.

Dai banchi del M5S Donatella Del Turco ha chiesto i documenti prodotti da Conteco Check, il verificatore esterno che ha analizzato la variante, avvertendo che la rescissione del contratto con Pessina "sarebbe una iattura per la città".

"Non ho trovato nessuna motivazione comprensibile e plausibile nei documenti di Ire per la bocciatura della variante - ha aggiunto Massimo Baldino - Ire non ha nemmeno mai pubblicato l'istruttoria di Conteco Check ".

Le stoccate più nette sono arrivate da Fabio Cenerini di Forza Italia: "Quali sono i collegamenti del PD con Pessina? Ditecelo una volta per tutte, visto che nel 2015 l'80 per cento dell'Unità era stata acquistata dalla Piesse, società di Guido Stefanelli e Massimo Pessina, ad e presidente dell'impresa che poche settimane dopo si sarebbe aggiudicata l'appalto - ha tuonato il consigliere di Forza Italia - Sono d'accordo però sul fatto che l'assessore regionale alla sanità Sonia Viale doveva presentarsi in Comune per dare delle spiegazioni a tutta la cittadinanza".

Simone Vatteroni della Lega ha cercato un terreno comune: “Da quando ci siamo insediati abbiamo avviato un percorso trasparente sulla costruzione del nuovo ospedale, anche all'interno delle commissioni permanenti. Pessina in questi anni ha sempre presentato varianti al suo stesso progetto, col risultato di far slittare sempre di più la data di fine lavori. A nostro avviso si deve andare avanti con il progetto originario: Pessina se è in grado deve onorare il contratto. Stasera abbiamo un'opportunità importante per votare un documento unitario e dare un segnale unanime alla città”.

Nella stessa direzione anche l’intervento di Massimo Lombardi: “Questo tema non può vedere una parte politica contrapposta all'altra, ma è impossibile non avere un confronto sul passato recente. Mai si è attivato un livello così basso nella sanità spezzina per strutture e servizi. Bisogna uscire da questo consesso con una decisione che abbia un valore: non c'è bisogno di un braccio di ferro tra maggioranza e opposizione, cerchiamo di prendere decisioni assennate per il bene della città”.

Un appello caduto nel vuoto, con l’approvazione dell’ordine del giorno del centrodestra e la bocciatura di quello di parte dell’opposizione (tranne M5S e Dina Nobili), che chiedeva, tra le altre cose, di “verificare se l’impresa Pessina è o meno in grado di riprendere i lavori entro i prossimi 30 giorni (...) verificando, in caso contrario, le azioni da intraprendere per l’immediata risoluzione del contratto”, che l’Asl inviasse entro una settimana un piano strategico con le linee di indirizzo dell’azienda per superare lo stallo e che venisse convocata la conferenza dei sindaci.

Il centrosinistra chiedeva anche “di potenziare il San Bartolomeo” per sopperire alle carenze del Sant’Andrea, di rendere trasparenti “tutti i costi sostenuti fino ad oggi sia per i lavori che per i compensi alla Pessina, ad Ire e alla commissione collaudi”.

Assicurando, nel caso di risoluzione del contratto, il mantenimento dei finanziamenti e un nuovo accordo di programma con Ministero, Regione e Asl 5 che escluda qualsiasi ipotesi di privatizzazione e preveda in capo al Comune le funzioni di stazione appaltante e direzione lavori, oggi responsabilità di Ire, la società in house della Regione, promuovendo infine la verifica di azioni di responsabilità “nei confronti dei diversi soggetti coinvolti all’interno della procedura di appalto”.

in allegato il video dell'intervento del sindaco Pierluigi Peracchini

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