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"Senza crescita si muore", Piredda (IDV) sottoscrive l'appello di Rete Imprese Italia

«È dovere prioritario della politica intraprendere fin da subito ogni forma di iniziativa per promuovere il mondo delle imprese, soprattutto quelle di piccole e piccolissime dimensioni che, specialmente per una regione come la Liguria, costituiscono l'asse portante dell'economia locale, in quanto rappresentano il 96% del totale delle aziende attive sul territorio».

Così Maruska Piredda, capogruppo di Italia dei Valori in Regione Liguria, che ha sottoscritto l'appello "Senza crescita si muore", lanciato da Rete Imprese Italia (Casartigiani, CNA, Confartigianato Imprese, Confcommercio, Confesercenti). Nel documento, le associazioni datoriali dell'artigianato, del commercio e della piccola impresa hanno sintetizzato, in quattro punti, il manifesto delle priorità rivolte a governo, parlamento e alla politica in generale: riduzione fiscale, semplificazione, credito e sostegno al mercato del lavoro.

«Occorre intervenire sugli istituti bancari attraverso un'azione di moral suasion rivolta ad allargare le maglie del credito per l'imprenditoria buona, quella che oggi, a causa del protrarsi della crisi, è in carenza di liquidità, ma che dimostra di saper onorare i propri debiti – dice Piredda – in questa direzione è indispensabile un forte impegno della politica per arrivare, finalmente, allo sblocco dei pagamenti della pubblica amministrazione per traguardare l'obiettivo dei 30 giorni come termine massimo. Inoltre, ora che in Conferenza Stato Regioni sono stati destinati 39 milioni di euro alla Liguria, mi aspetto che sia dato seguito al nostro ordine del giorno, sottoscritto all'unanimità in consiglio regionale, affinché sia trovata una via prioritaria al pagamento dei crediti vantati dalle micro e piccole imprese liguri e un'attuazione celere nell'iter normativo e amministrativo dello sblocco dei debito della Pa.

Riteniamo che sia importante, per tutto il tessuto dell'imprenditoria locale, anche colmare il gap nell'accesso al credito delle imprese femminili (una su quattro oggi in Italia), penalizzate da condizioni bancarie fino al 30% più "salate" rispetto a quelle maschili.

Inoltre, è fondamentale che il governo trovi le risorse necessarie al rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga per tutto il 2013, un atto fondamentale per frenare la dispersione, a causa della crisi, del know how e delle professionalità che hanno reso il made in Italy un'eccellenza riconosciuta a livello mondiale. Per frenare il fenomeno della delocalizzazione, che negli ultimi dieci anni ha contribuito ad accelerare il processo di impoverimento occupazionale in Italia, occorre intervenire in modo deciso sul costo del lavoro e sulla semplificazione. La burocrazia oggi in Italia costa circa 23 miliardi di euro, pari a circa 5mila euro in media a impresa. Semplificare è un'operazione a costo zero per le casse pubbliche, ma con effetti positivi sulle aziende soprattutto per quelle di piccole e piccolissime dimensioni. In Liguria, dove in media le imprese hanno 2,3 dipendenti, abbiamo intrapreso la strada della deburocratizzazione con l'approvazione dello Small business act regionale, ma ora è il momento che il nuovo quadro normativo trovi finalmente attuazione in azioni concrete rivolte all'imprenditoria diffusa, per esempio quella delle aziende familiari e degli esercizi commerciali di vicinato.

Infine, Genova e la Liguria devono saper cogliere le occasioni di rilancio per l'economia del terziario e dei servizi, a partire dall'Expo 2015 che potrebbe dare alla regione un ruolo di primissimo piano e alle imprese locali un'irripetibile opportunità di crescita anche a livello internazionale».

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