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Il PD ricorda i giorni della Liberazione di Sarzana In evidenza

E invita a festeggiare in streaming e sui social.

 

 

Il 25 aprile del 1945, 75 anni or sono, Sandro Pertini mandava questo messaggio al popolo italiano: “Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l'occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire”. In tutto il paese, allora, si diede adito al superamento della occupazione nazista e si sconfisse il regime fascista, in anticipo o in simultanea, con l’avanzamento degli alleati anglo americani, nel nostro paese.

L’anno successivo, il presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, in accordo con il re Umberto II, il 22 aprile 1946, emanò un decreto legislativo luogotenenziale ("Disposizioni in materia di ricorrenze festive") che recitava: “A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale”.

Da allora, ogni anno, in tutta Italia si celebra la ricorrenza della Liberazione. Le celebrazioni sono sempre collettive, pubbliche e, nelle piazze, così come nei luoghi delle battaglie partigiane, si espongono ricordi, si tengono seminari, conferenze e si festeggia, ad esempio, ogni anno è tradizione per la Valle del Magra ed il circondario rievocare gli eventi, fare musica e pranzare nel “Fosso” di Fosdinovo, ripercorre a piedi i “sentieri della Resistenza” nelle colline retrostanti la nostra città; quest’anno tutto ciò non potrà essere fatto, tutti ne conoscono le ragioni; non per questo si deve dimenticare.

La nostra città venne liberata il 23 aprile del 1945 prima dell’arrivo degli alleati, al comando della “Brigata Muccini” vi era “Walter”; ha offerto un alto contributo alla Lotta di Liberazione nazionale fino a meritare la Medaglia d'Argento al valor militare. Dalla Liberazione primaverile di Bardi nel parmense al drammatico rastrellamento del 29 novembre 1944, furono 121 i caduti partigiani durante i venti mesi di Resistenza sarzanese, ma nel ventennio di dittatura si contano 8 processati dal Tribunale speciale, 10 confinati per antifascismo, 5 volontari repubblicani nella Guerra di Spagna. Gli eventi furono molto dolorosi, molti gli scontri dei partigiani con fascisti e nazisti, a partire dal 1943, alto fu il tributo di vittime, nei differenti schieramenti; il tutto come conseguenza della dittatura fascista e della sua scelta di entrare in guerra a fianco dei nazisti.

Vale la pena di porre in evidenza alcune riflessioni fatte da Norberto Bobbio nel 1965, a “soli” 20 anni dalla Liberazione (“Orazione ufficiale pronunciata dal Prof. N. Bobbio”, Amministrazione provinciale di Vercelli, “Ventennale della Resistenza, 1945-1965”), valide ancora oggi. La Resistenza si può considerare: “come movimento europeo, come movimento italiano, come movimento universale”. Europeo perché i resistenti dovevano liberare la maggior parte dei paesi europei dal tallone nazista, una lotta transnazionale; il fatto è stato compiuto e di lì è partita la prima nozione di Europa, già dal 1943 con il Manifesto di Ventotene si pongono le basi per il superamento della frammentazione e della conflittualità tra stati europei. Tutto questo è incompiuto e ancora valido oggi; l’epidemia attuale è la prova che tale frammentazione è da superare per il benessere dei cittadini europei e ancora di più se si vogliono oltrepassare i sovranismi ed i populismi di ritorno.

Movimento italiano poiché la Resistenza è stata fondamentale nell’uscire del regime fascista, determinando una rinnovata unificazione del paese nella, primaria, scelta della libertà. “Infine, diedero alla Resistenza il carattere di movimento non soltanto patriottico e politico, ma sociale [universale, in questo senso], arricchendola di ideali che andavano al di là dell’episodio della seconda guerra mondiale, ...”. L’esito di tali ideali, libertà e democrazia, soprattutto è stata la Costituzione; la Carta (1948) è un compromesso alto e democratico raggiunto da due grandi movimenti, quello operario e quello cattolico. I benefici di tali semi posti durante la Resistenza continuano ad agire ancora oggi. Due soltanto ricordiamo, tra tutti, la garanzia di libertà di espressione di voto di esercizio di idee e religione per tutti e, molto valido adesso, in occasione dell’epidemia il punto che riguarda la salute pubblica, il I comma dell’art. 32, così si esprime al proposito: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Quel che sta facendo il paese, oggi, per la salute dei suoi cittadini è esito di quell’articolo della Costituzione del 1948, derivato della Resistenza. Anche questo occorre sempre ricordare. Figlio della Resistenza è anche il “suffragio universale”, così che le donne, tutte, poterono vitare per la prima volta alle ammnistrative del marzo – aprile 1946.

Infine, poiché non possiamo essere nelle piazze e nei luoghi delle celebrazioni pubbliche, il Pd sarzanese partecipa, allora, virtualmente, alla deposizione della corona da parte della Sindaca della Città, sabato alle ore 12 alla lapide celebrativa della Liberazione. Invitiamo tutti i cittadini a partecipare alle iniziative in streaming e sui social che in tutto il paese sono state organizzate, certi che supereremo il momento difficile e potremo celebrare nuovamente in pubblico e in modo collettivo le nostre Feste Nazionali.

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