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La Liguria è tra le ultime regioni italiane per tamponi effettuati In evidenza

Mancano anche i reagenti e la nuova macchina del San Martino si è rotta.

 

La rottura del nuovo macchinario che analizza i tamponi, inaugurato in pompa magna dalla Giunta regionale pochi giorni fa al San Martino, è la punta dell'iceberg del fallimento della gestione sanitaria Toti-Viale-Alisa. Un fallimento che in questi re mesi di pandemia ha raggiunto il suo apice, nonostante l'ostentato ottimismo della maggiorana di centrodestra.

Come confermano i dati della Fondazione Gimbe la Liguria (nel periodo compreso fra il 23 aprile e il 20 maggio) è tra le ultime Regioni italiane per media di tamponi giornalieri: 60 ogni 100 mila abitanti. Dietro di noi ci sono soltanto Regioni del centro-sud che hanno avuto un'incidenza di contagi molto bassa come Calabria (57 ogni 100 mila abitanti), Sardegna (52), Abruzzo (48), Sicilia (38), Campania (20) e Puglia (18).

Secondo Toti l'apparecchio acquistato nelle scorse settimane, anche grazie alle tante donazioni private arrivate al San Martino, avrebbe dovuto aumentare la nostra capacità di effettuare tamponi, arrivando ad analizzarne anche un migliaio al giorno. Ma da quando è in funzione non ha mai raggiunto le performance promesse (che, come avevamo già detto in altre occasione, erano comunque modeste). Anzi, al massimo ne ha analizzati 600 il primo giorno. Poi sempre meno fino a bloccarsi lo scorso fine settimana.

Un altro problema che si ripete ciclicamente nella nostra regione è la penuria di reagenti, necessari a elaborare i tamponi. Ieri sono terminati al Villa Scassi: una combinazione che, insieme allo stop della macchina del San Martino, ha fatto crollare il numero di test eseguiti. Ma la mancanza di reagenti sembra essere un problema tutto ligure, almeno nelle dimensione che questa penuria assume nel nostro territorio. Altrove – Lombardia, Piemonte, Veneto – i reagenti non finiscono sistematicamente come sul nostro territorio. Invece di attaccare continuamente il Governo, Toti dovrebbe preoccuparsi di fare ciò che non ha fatto finora, perché se un alto numero di tamponi serviva già nella fase 1, adesso che è partita la fase 2 e le aziende stanno riaprendo, è ancora più necessario effettuare un alto numero di test, in modo da avere ben chiaro il volume del contagio e tenerlo sotto controllo.

Gruppo PD in Regione Liguria.

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