Sono già passate diverse settimane da quando alcuni cittadini hanno segnalato l’abbandono di rifiuti e ingombranti nell’area adiacente il fiume Magra in località Battifollo di Arcola: non si tratta solamente di qualche bottiglia vuota ma di vere e proprie zone di “discarica” con la presenza di importanti quantitativi di vecchi materassi, mobilio, taniche e latte ecc.
Le segnalazioni sono state trasmesse subito a tutte le Autorità preposte affinché potessero provvedere alla pulizia e ripristino di quelle aree, molto delicate perché immediatamente adiacenti l’alveo del fiume.
Sono passati oltre due mesi e non mi risulta che sia stato fatto nulla: tutt’ora persiste questo indecoroso stato di abbandono.
Quell’area è sottoposta alla cura e vigilanza del Parco Montemarcello-Magra-Vara: proprio in questi giorni alcuni ne chiedono la trasformazione in Parco addirittura nazionale. È noto a chiunque il carattere fortemente restrittivo che la presenza di un’area Parco pone su tutta la porzione di territorio di sua pertinenza ma se, oltre a non vigilare adeguatamente per prevenire i fenomeni di abbandono di rifiuti, questi non interviene nemmeno per la loro rimozione tempestiva, a cosa serve insistere con lo strumento del Parco?
I Parchi devono essere Istituzioni efficaci per una reale e quotidiana attività di cura, vigilanza e conservazione di aree di pregio altrimenti si riducono a “gabbie” inutili che, invece di impreziosire un territorio, lo ingessano magari chiudendo gli occhi su fenomeni come quello delle discariche abusive. Le aree fluviali sono oggi molto apprezzate e ricercate dalle famiglie, particolarmente in questa stagione della nostra storia dove il distanziamento sociale e il contenimento della diffusione del Covid suggeriscono di fruire di quegli spazi verdi.
Il Parco dovrebbe essere in grado di offrirci un territorio non tanto immobile e abbandonato quanto, invece, pulito, organizzato e godibile: questo il Parco Montemarcello-Magra-Vara purtroppo non lo fa.
Chiedo dunque al Parco Montemarcello-Magra-Vara di uscire da questa sorta di “letargo” operativo e coordinare immediatamente interventi di pulizia e ripristino nelle aree che sono state segnalate: può infatti agire in somma urgenza e ottemperare finalmente al proprio ruolo di soggetto preposto alla conservazione attiva e positiva del nostro fiume.
Diversamente continueremo a non comprendere quale utilità concreta possa continuare ad avere e ancor meno quale motivo plausibile possa giustificarne la trasformazione in un Parco nazionale.
Francesco Ponzanelli
Liguria Popolare