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“Spezia deve riprendere un ruolo più importante in Regione. E la classe politica deve essere all’altezza della situazione” In evidenza

di Umberto Costamagna - Il futuro adesso n. 13. La parola ai candidati alle regionali. Fabio Cenerini (Forza Italia)


54 anni, in politica da 25 anni, ha cominciato a frequentare i banchi del nostro consiglio comunale già 18 anni fa, all’inizio con Alleanza Nazionale. Oggi Fabio Cenerini, responsabile provinciale di Forza Italia e suo capo gruppo consiliare, è uno di quei personaggi politici che “fanno notizia”, spesso anche a livello nazionale, per le sue esternazioni (social e non solo) che gli hanno procurato denunce, querele (e regolari sue controquerele) e petizioni. Anche a lui, candidato di punta spezzino per Forza Italia in appoggio alla riconferma del presidente Toti, abbiamo rivolto le nostre domande sul futuro della nostra città.

G.d.S. - Sono passati 151 anni da quando il generale e architetto Domenico Chiodo inaugurò l’Arsenale Militare della nostra città. Da quel giorno cambiò radicalmente la natura e il destino di Spezia e degli spezzini. Quella che sembrava destinata a diventare una “splendida perla sul mar”, una città turistica e a vocazione terziaria, si trasformò prima in una città militare, basata sul parastato e successivamente in una città industriale legata alla difesa. Poi, negli anni Sessanta del secolo scorso, in maniera quasi casuale, si ricominciò piano piano a riconsiderare la natura turistica della nostra terra. Il risultato oggi? Una citta “mesciüa” dove si mischiano panorami mozzafiato e oasi di una bellezza straordinaria agli insediamenti industriali e portuali, dove le attività cantieristiche di eccellenza hanno fatto fatica a conquistarsi un giusto spazio. Insomma, ma che razza di città è oggi Spezia e la sua provincia?

Fabio Cenerini. Oggi Spezia è una città in fermento, ma un fermento purtroppo bloccato in questo periodo dal Coronavirus; è una città che ha avuto negli ultimissimi anni un boom turistico, al quale forse non era nemmeno preparata. Già dieci anni fa io sostenevo che Spezia era l'ottima base di partenza per i meravigliosi luoghi della nostra provincia, a partire dalle famose Cinque Terre, che hanno però una limitata capacità ricettiva, in particolare per soggiornare. Nello stesso periodo si sono sviluppate le crociere, altro importante tassello, che toccherà l'apice con la prossima costruzione del nuovo terminal a calata Paita.
Ovviamente il turismo non può soppiantare le attività tradizionali che si sono sviluppate in decenni, a partire dal nostro importante scalo commerciale, il porto containers e i cantieri navali, oltre a tutte le altre attività che continuano ad assicurare importanti livelli occupazionali.

G.d.S. Proviamo a immaginare il futuro adesso. Quello che vedranno i nostri figli e i nostri nipoti. Quale città gli stiamo preparando? O meglio, quale città pensa che valga la pena di preparare loro? E quale sarà il suo impegno in Regione in questo senso?

F.C. Io credo che La Spezia che vedranno le future generazioni sarà una città sempre più proiettata al futuro, dove il turismo e quindi la parte più “piacevole” dell'economia, avrà un ruolo sempre più rilevante. Ma credo che continueranno a essere importanti anche le attività tradizionali, non essendo Spezia né... Montecarlo, né... la California, ma avendo radici profonde nell'economia commerciale e industriale. Per cambiare questa dimensione, se mai avverrà, ci vogliono decenni.

Sicuramente il fronte mare potrebbe cambiare veramente il volto della città. Io aggiungerei un'opera che ho caldamente caldeggiato al Sindaco Peracchini: il sottopasso auto in Viale Italia, all'altezza della Pinetina, con l'accesso diretto ai pedoni alla passeggiata; sarebbe a mio avviso un'opera di portata storica, altro che passerella e piazza sospesa. Il mio impegno, se eletto in Regione, è di essere al servizio della città e di influenzare una rapida realizzazione di queste opere.

G.d.S. Cerchi di trasformare questo “sogno” ideale in un progetto concreto su cui lavorare fin da subito. Cosa c’è o cosa ci sarebbe da fare per “scaricare a terra” questa idea? Quali obiettivi primari per la nostra provincia proporrà nell’azione della prossima legislatura regionale?

F.C. Come ho detto, mi impegnerò per il turismo, per la realizzazione del fronte mare e del sottopasso auto in Viale Italia. Allo stesso tempo, mi batterò dai banchi regionali per vedere finalmente attuato il piano regolatore portuale che di fatto blocca anche il resto ma è di vitale importanza per lo sviluppo del nostro importante porto commerciale. Come per lo stesso è altrettanto indispensabile il raddoppio della Pontremolese, se non vogliamo vederne il declino.

Altri punti imprescindibili per cui mi impegnerò, sono il “no” alla costruzione della centrale a turbogas e alla costruzione del biodigestore a Saliceti, osteggiato da tutti i residenti. Certamente non ultimo il nuovo ospedale del Felettino, che dopo quasi 25 anni di discorsi, deve essere realizzato. Si possono fare mille progetti per il futuro, ma se non viene garantito il diritto a curarsi, il resto passa in secondo piano: la politica deve imparare a confrontarsi col territorio prima di decidere.

G.d.S. La politica, si dice, è l’arte del possibile. Ma è anche, come insegnava don Lorenzo Milani, il modo per “sortire insieme dai problemi comuni”. E allora che fare per cercare, qui e ora, di costruire e raggiungere quel futuro che ha immaginato per Spezia, quel futuro-bene-comune per i cittadini che verranno?

F.C. Per realizzare quel futuro bisognerebbe ritornare alla politica di una volta, dove per il bene collettivo e del proprio territorio ci potevano essere convergenze anche fra opposti schieramenti, ma soprattutto c'era confronto e dialogo, cosa non voluta da chi comanda oggi, al di la della parte politica, dove i consiglieri o i parlamentari, hanno prevalentemente il ruolo di “pigia bottoni a comando”. Ecco bisogna saper individuare le persone che ragionano con la propria testa per fare gli interessi dei cittadini e del territorio spezzino, prima che del capo di turno.

G.d.S. Che ruolo vede per la nostra città all’interno della realtà ligure?

F.C. Il ruolo di subalternità a Genova deve finire. Purtroppo da decenni funziona così: basta guardare il sistema elettorale di queste elezioni regionali, che favorisce scandalosamente i candidati genovesi rispetto a quelli spezzini.

Spezia deve riprendere centralità nella provincia e ricominciare a esserne il polo attrattivo: per decenni la sinistra ha fatto l'esatto contrario, decentrando tutto e relegando la nostra città a un ruolo marginale.
La provincia spezzina, che è forse la più bella della Liguria, avrà in futuro uno sviluppo sempre più marcato verso il turismo, considerata appunto la bellezza dei luoghi; e la città e il retroterra saranno fondamentali per la logistica della costa, che per ovvi motivi non può avere una ricettività adeguata alla domanda. Certamente un futuro importante dunque, ma che va seguito e determinato da una classe politica all'altezza, cosa che oggi è abbastanza carente.

 

Qui i link ai precedenti interventi de “Il Futuro Adesso”:
N. 1. Intervista a Filippo Lubrano
N. 2. Intervista a Lara Ghiglione
N. 3. Intervista a Enzo Papi
N. 4. Intervista a Gino Ragnetti
N. 5. Intervista a Angelo "Ciccio" Delsanto
N. 6. Intervista all'associazione "Murati Vivi"  
N. 7. Intervista al Sindaco Pierluigi Peracchini
N. 8. Intervista a Roberto Alinghieri
N. 9. Intervista a Giorgio Pagano
N. 10. Intervista a Pier Aldo Canessa
N. 11. Intervista a Dina Nobili
N. 12. Intervista a Davide Natale

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