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Due nuovi palazzi di 10 piani al Canaletto, Melley: "Operazione speculativa"

Il consigliere comunale contro la pratica urbanistica che approderà in consiglio comunale: "Il Comune non è il bancomat degli operatori immobiliari".

"Siamo contrari al progetto di due nuovi palazzi di 10 piani ciascuno nell'area di via Prosperi-via del Canaletto: una pratica urbanistica, passata sino ad ora silenziosamente sotto traccia, che lunedì sera approderà al vaglio del consiglio comunale. Un intervento che sfrutta il paravento di una legge regionale sulla "rigenerazione delle aree degradate", ma che appare più che discutibile perché al privato viene concesso il raddoppio dell'indice edificatorio: un enorme vantaggio non sostenuto da alcuna motivazione ed anche non privo di profili di illegittimità rispetto al quadro normativo di riferimento".

Lo afferma Guido Melley, consigliere comunale di "LeAli a Spezia/Lista Sansa", che continua: "Si tratterebbe di un precedente pericoloso perché apre le porte ad altre analoghe richieste di altri operatori immobiliari. Noi non siamo contrari per principio ad operazioni di sviluppo immobiliare che, oltre a recuperare zone abbandonate della nostra città, rappresentino un volano per il settore edile locale. Ma non si possono avallare progetti edilizi nati e concepiti in un quadro regolatorio più che opinabile e per di più che comportano volumetrie edificabili fuori taglia rispetto alla fisionomia urbanistica dei nostri quartieri. In aula consiliare ci opporremo dunque a questa deliberazione che oltre tutto dà l'idea che il Comune sia diventato una sorta di bancomat, dove a turno possono passare all'incasso operatori immobiliari mossi esclusivamente dai propri interessi".

Precisa Melley: "Il sindaco Peracchini ha affidato le deleghe importantissime dell'Urbanistica all'assessore Sorrentino che sta portando avanti una linea di mero galleggiamento districandosi, senza alcun disegno di respiro strategico, tra una variante al Piano urbanistico comunale e l'altra. Parallelamente il Servizio Urbanistica ha subito un progressivo depotenziamento a livello dirigenziale e la struttura appare senza una guida politica e tecnica autorevole e robusta. In più non va dimenticato che l'attuale Giunta ha voluto far decadere la variante generale di salvaguardia al Puc del 2017 e la politica urbanistica attuale del Comune ha come cornice di riferimento il "vecchio" Piano Regolatore dei primi anni 2000, che a distanza di così tanti anni necessiterebbe di un sostanziale aggiornamento. Una quadro di insieme poco incoraggiante, ma per contro "ottimale" per chi coltiva interessi privati di tipo speculativo e mira ad ottenere vantaggi particolari sul piano edilizio".

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