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Progetto SNAM per Panigaglia, timori bipartisan sulla sicurezza In evidenza

di Elena Voltolini - In Commissione consiliare unanime volontà di approfondimento e di fare sentire la voce della città. Emergono dubbi sulla posizione della Regione.

La prospettiva è quella che camion pieni di GNL (Gas Naturale Liquefatto) attraversino il Golfo della Spezia o via terra, percorrendo la Napoleonica, o via mare, su chiatte, per trasportare il combustibile dal rigassificatore di Panigaglia al resto d'Italia. Questo previa l'implementazione dell'impianto stesso.

È quanto vorrebbe la SNAM, decisa a potenziare la struttura, e a sfruttarla al meglio, in una fase in cui il GNL dovrebbe essere protagonista di una ascesa tra i combustibili, in quanto ha un impatto ambientale minore rispetto agli altri di origine fossile.

L'impianto di rigassificazione, che sorge a Panigaglia, su territorio del Comune di Porto Venere, è stato iniziato nel 1967, terminato nel 1970 e modificato nel 1991 ed è uno dei pochi impianti di rigassificazione di GNL per autotrazione in Europa. “Ci sono pochi impianti di questo tipo, potenziamolo”: questa l'idea della SNAM.

Il progetto, però, lascia perplessi molti e per questo se ne è discusso in una apposita seduta della II Commissione consiliare, richiesta dall'esponente di LeAli a Spezia/Lista Sansa Guido Melley.

I timori, in questo caso, non sono legati all'inquinamento ambientale, ma alla sicurezza. C'è infatti la paura che il frequente passaggio di camion pieni di GNL (frequenza nel dettaglio non ancora nota, ma presumibilmente non di poco rilievo) possa costituire un pericolo, sia che avvenga via terra, sia che si scelga il trasbordo su chiatte. Nel primo caso, infatti, i camion dovrebbero transitare attraverso la Napoleonica, arteria non di rado al disonore delle cronache a causa di incidenti, nel secondo, invece, essere trasportati su chiatte attraverso il golfo spezzino, dove pullulano attività civili e pure militari.

Il problema, quindi, è proprio questo: il contesto in cui sorge l'impianto, che non si trova su una piattaforma in mezzo al mare, come nella maggior parte dei casi, ma in un golfo chiuso, a pochi metri dalle case e da aree militari.

L'Assessore Casati, audito dalla Commissione, ha ricordato come ci sia già un parere negativo sul progetto, datato febbraio 2020, in cui l'amministrazione ha messo nero su bianco queste perplessità legate alla sicurezza.

“Quella posizione è una buona base di partenza – ha sottolineato Guido Melley – ma va ulteriormente rinforzata, dicendo chiaramente no non solo al trasporto via terra, ma anche via mare. Bisogna fare sentire subito la voce del territorio”. E avanza un dubbio: “Cosa ne pensa la Regione? Perchè nel programma di governo presentato da Toti si parla di un hub per il GNL. Non vedo dove collocarlo se non a Spezia. Bisogna fare chiarezza”.

Il Consigliere Massimo Baldino aggiunge un altro elemento: “Oggi, secondo la normativa vigente, l'impianto di Panigaglia non potrebbe neppure essere costruito. L'amministrazione chieda che il progetto passi attraverso la VIA ordinaria (Valutazione di Impatto Ambientale), che prevede anche una maggiore partecipazione. Se fossimo in una città diversa, con diversa conformazione, forse il progetto sarebbe anche sostenibile, nella nostra città secondo me non lo è. I cittadini dovrebbero essere coinvoti nella decisione, ci dovrebbe essere un dibattito, come dovrebbero esserci anche le esercitazioni relative al Piano strutturale della sicurezza nel golfo. Il probema non è il GNL, ma la sicurezza che deve essere valutata anche rispetto alle altre “schiavitù” che abbiamo”.

Ribadisce il concetto anche Giacomo Peserico (Lista Toti-Forza Italia): “Panigaglia è un problema di sicurezza. L'impianto torna di tanto in tanto al centro dell'attenzione per nuovi progetti: ricordo che nel 2007 venne presentato un progetto per il raddoppio, mentre nel 2015 il progetto per un distributore di gnl. Ora questa nuova richiesta di implementazione. Ritengo che il transito dei camion pieni di gas o tramite Napoleonica o su chiatte costituisca un pericolo notevole”.

Sulla stessa linea anche gli interventi di Corbani e Costantini. Insomma, a quanto pare, tutti d'accordo su chiedere maggiori approfondimenti e avanzare con ancora più forza le perplessità della città.

L'iter con il quale si procederà dipende da cosa deciderà il Ministero sulla assoggettabilità a VIA. Se il progetto verrà dichiarato assoggettabile, verrà consultato il Comune ed inizierà un iter maggiormente partecipativo; in caso contrario, invece, sarà il progetto SNAM a seguire direttamente il suo iter, che prevederà comunque il parere di tutti gli Enti competenti.

Ci sarà però anche un'altra carta a disposizione della Provincia, ovvero quella dell'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), che è in scadenza. Insomma, il primo passo è attendere la decisione sulla VIA, poi si vedrà la strada da intraprendere.

“Vediamo cosa sarà deciso sulla assoggettabilità, poi ci aggiorneremo con una ulteriore commissione”, conclude l'Assessore Casati.

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