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“Il Felettino pubblico, presto e senza sprechi”, la protesta difronte al cantiere del nuovo ospedale In evidenza

Questa mattina davanti al cantiere del nuovo nosocomio tutti i gruppi consiliari spezzini di opposizione, sindaci, associazioni e consiglieri regionali d’opposizione.

Il Felettino, il nuovo ospedale tanto agognato dalla Spezia e provincia, “deve essere pubblico, deve essere fatto prima possibile e senza sprechi”. Queste in sostanza le richieste avanzate durante la manifestazione di questa mattina di fronte al cantiere del Felettino dai gruppi consiliari spezzini d’opposizione, da alcuni sindaci della provincia, dai consiglieri regionali di opposizione e dalle associazioni come il Manifesto per la Sanità locale. Una protesta che arriva a qualche giorno di distanza dall’audizione del presidente di Regione Liguria Giovanni Toti nella commissione consiliare spezzina in merito al nuovo nosocomio.

“Diciamo sì al nuovo ospedale, no alle modalità con le quali la Regione sta impostando l’operazione”, così il consigliere comunale di LeAli a Spezia Guido Melley nell’aprire il valzer degli interventi. "Lo vogliamo pubblico, presto e senza sprechi. Aspettiamo da decenni il nuovo ospedale, avevamo sperato tutti nel 2015 con la gara d’appalto, ma siamo arrivati alla revoca e quindi 5 anni persi, la sanità spezzina non se lo poteva permettere. La Regione nel 2016 aveva detto che nel 2020 avremmo avuto il nuovo Felettino. Il nuovo ospedale ben che andrà arriverà forse tra 6/8 anni. Ora Toti vuole privatizzare il nuovo ospedale chiedendo in prestito più del 30% dell’intera operazione e affidare servizi extraospedalieri per 25 anni”.

Lunedì arriverà sul tavolo del dibattito del consiglio comunale straordinario della Spezia dedicato proprio al tema del nuovo ospedale una mozione presentata dalle opposizioni consiliari. Le richieste sono quelle di sostituire il prestito privato con soldi pubblici “La Asl comunque dovrà ripagare un debito, vorremmo piuttosto che lo ripagasse ad una banca con tassi e condizioni migliori – ha proseguito Melley – Vorremmo ci fosse la possibilità di attingere ai fondi del recovery fund e vorremmo che il nostro Comune e la nostra Asl fossero dentro alla cabina di regia, che non venga lasciata a Genova”.

“Sono contento e orgoglioso che questa mattina ci sia la comunità del centrosinistra con il M5S e l’associazionismo – così Marco Raffaelli consigliere comunale del Partito Democratico – Questo è un fronte sociale che deve portare avanti battaglie ed elaborare spunti per l’alternativa del governo di questa città. Il tema del finanziamento è importante, mi chiedo quale buon padre di famiglia accenderebbe un mutuo di, lo dico scendendo sul piano delle migliaia di euro, 86mila euro con una banca che poi gliene chiede 240mila indietro, non lo farebbe nessuno. Bisognerà vedere dentro il contenitore che cosa ci sarà. La delibera regionale richiama il decreto Balduzzi che applica i servizi sanitari in base ai Dea, ovvero ai livelli chi si richiamano a loro volta ai bacini di utenza, un principio discusso dai tecnici del settore. Secondo questo decreto Spezia farà a meno di una serie di reparti importantissimi come chirurgia plastica e vascolare, malattie infettive e neuropsichiatria infantile”.

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“Dobbiamo evitare due pericoli – ha sottolineato Lorenzo Forcieri di Alleanza Civica - il primo che si continui a parlare dell’ospedale, a fare progettazioni e poi alla fine non si veda nulla. Corriamo il rischio che l’ospedale faccia la fine del ponte sullo stretto di Messina. Vigileremo atto per atto perché ci sia la miglior soluzione possibile per il sistema ospedaliero spezzino, come si gestirà la fase di transizione e come si eviterà il pericolo che i malati o i pazienti della nostra provincia, per avere prestazioni di qualità, debbano rivolgersi da altre parti. Dobbiamo far si che gli spezzini riabbiano fiducia nelle proprie strutture ospedaliere”.

“Abbiamo la percezione che questo grave problema non sia ancora al centro delle attenzioni delle persone – così Federica Pecunia di Italia Viva - Da oggi vogliamo farci portavoce per sollevare la coscienza popolare per la situazione in cui versa la sanità spezzina. Speriamo che questa battaglia si trasferisca in tutti i comuni della provincia. E’ un anno che denunciamo gravi mancanze nel sistema sanitario pubblico, anche nella gestione della pandemia. Cosa ha fatto Peracchini in questi anni? Ve lo possiamo dire noi, nulla. Non è mai stato capace di prendere una posizione chiara contro la Regione per rivendicare i diritti per i suoi concittadini, questo silenzio deve finire”.

“E’ da un anno e mezzo che cerchiamo di essere convocati in conferenza dei sindaci – ha evidenziato il sindaco di Castelnuovo Magra Daniele Montebello - A fronte di tutto quello che è successo non siamo riusciti ad avere ancora ad oggi una riunione della conferenza dei sindaci per affrontare i temi della pandemia e dell’ospedale”.

“La sanità non può dividere le forze politiche, deve unire – ha sottolineato Fabrizia Pecunia, sindaco di Riomaggiore – La nostra presenza di oggi significa che non lasceremo soli i concittadini che si riconoscono in una sanità pubblica. Questa pandemia ha fatto emergere delle criticità che in questo anno non si sono volute affrontare”.

Per i consiglieri regionali ha parlato Paolo Ugolini del Movimento 5 Stelle: “Noi ci battiamo in Regione per una sanità pubblica e ci opponiamo allo smantellamento a favore del privato. Ci troviamo in forte difficoltà a livello numerico a far passare ordini del giorno e mozioni. Oltretutto il presidente Toti, che ha le deleghe al Bilancio e alla Sanità, è spesso assente e non riusciamo a far valere le nostre discussioni”.

“Siamo molto dispiaciuti che a queste manifestazioni non ci siano le forze di maggioranza – così Rino Tortorelli del Manifesto della Sanità Locale – Non si decidono le politiche sanitarie che interessano un territorio senza aver coinvolto i cittadini di quel territorio. E’ l’ora di finirla che le decisioni siano prese a Genova e che la politica del territorio accetti ogni cosa che viene decisa a Genova. Continueremo la mobilitazione e invieremo su questi temi un esposto all’Anac, al Ministero della Salute e alla Corte dei Conti”.

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