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Riassetto Acam, perplessità PDL S. Stefano

In questa operazione di riassetto societario, che vede partecipare i Comuni della nostra Provincia e la Regione Liguria, attraverso FILSE, occorre ben comprendere quali siano i livelli di garanzia, soprattutto verso i cittadini, che poi sono i veri soggetti su cui poggia tutta questa manovra. Sono proprio i cittadini che attraverso il pagamento delle tariffe dei servizi erogati, hanno tenuto in piedi questo enorme baraccone che per anni ha permesso, spesso a politici incapaci che hanno gestito in malo modo e senza alcuna attenzione , una società che tra l'altro aveva il monopolio dei servizi che erogava, su tutto il territorio provinciale.

Poco si parla di questo aspetto, ed invece in un momento di crisi economica come quello che stiamo vivendo, dovremmo partire da come questo aspetto abbisogna di essere sviscerato in tutte le sue parti: sia per i costi che ricadono sulla comunità, che saranno molto pesanti in quanto nella deliberazione in oggetto, ed anche nel parere del Revisore dei Conti allegato, si da atto che il nostro Comune, così come gli altri, dovrà approvare il Piano Economico Finanziario attinente la Tassa sui Rifiuti ed i Servizi, portando al 100% la copertura del costo del servizio.
Questo Piano espande fino al 2033 la gestione del servizio idrico integrato, il termine era il 2024, vincolando al pagamento di un debito a lungo termine i cittadini della nostra Provincia, senza un adeguato compenso in qualità del servizio ed in prestazioni operative. Senza contare l'incremento tariffario al fine di compensare il calo dei consumi di acqua rispetto a quanto previsto dal Piano d'Ambito, a cui seguono cassa integrazione in deroga, esodi, pensionamenti del personale.
Oltre a tutto ciò questa operazione sarà un cappio al collo per i nostri cittadini con costi alle stelle e senza alcuna garanzia che il servizio possa migliorare o essere in linea con quello di altri gestori italiani. Vorrei a questo punto far comprendere come potrà essere utile una rapida "rivisitazione" della Carta dei Sevizi al Cittadino, in maniera che ciò che ricadrà, come un macigno sulle nostra tasche di contribuenti sia, almeno in parte mitigato, dal non vedere tagliati anche i diritti minimi che abbiamo come utenti.
Ma questo piano andrà anche ad incidere su di un territorio che, già martoriato in alcune sue parti dovrà ricevere ancora "ferite" con l'apertura di nuove discariche (Mangina) o la messa in opera di quelle già esistenti (Saturnia). Non viene presa in minima considerazione l'introduzione di un inceneritore, pur sapendo che tale scelta potrebbe portare, così come accade in molte parti d'Italia e d'Europa, a forti miglioramenti nei costi dell'operazione e nella tenuta geologica di aree del territorio già fortemente colpite da eventi alluvionali e su cui ora si vuole creare una discarica di servizio, vedi il sito di Mangina. Area su cui persistono forti problemi a livello idrogeologico ed il cui costo della creazione della discarica, stimato al 3 dicembre 2012 pari a 7 milioni di euro per 500.000 metri cubi di volumetria passa ad un investimento di 14 milioni di euro per una volumetria di 350.000 metri cubi, nel Piano di Maggio 2013. Si raddoppiano i costi diminuendo la volumetria utilizzabile!!!! Questo, a quanto sembra dovuto alle opere di messa in sicurezza di un'area del territorio che di per se presenta notevoli problemi di adattabilità geologica ad un sito di discarica.
Un Piano che mette a serio repentaglio i Comuni della nostra Provincia, infatti quali azionisti, dovranno firmare una fidejussione a prima richiesta, che rischia di porre serie ipoteche sui bilanci comunali e che li vedrà sempre obbligati a tenere di conto di questa situazione ed a modificare i bilanci anche in maniera sostanziale.
L'enormità del debito contratto, si scrive di un debito bancario di oltre 240 milioni di euro, la dice lunga di come questa situazione sia sta nel tempo, presa troppo alla leggera e di come sono forti le responsabilità degli amministratori che si sono avvicendati alla guida delle società del gruppo. Tutto questo ha portato e sta portando alla messa in cassa integrazione di molte persone, ad un drastico ridimensionamento dei lavoratori del gruppo.
Non penso sia possibile dare un voto favorevole a questo Piano, anzi andando avanti, sempre di più mi convinco di come sia anche molto improbabile che questo Piano possa reggere rispetto a ciò che andrà a scaricarsi, a livello di costi sull'intera comunità provinciale. Dirò di più. Penso di non essere l'unico ad essere ben conscio di quello che accadrà da qui ad un anno, quando ben consapevoli di quello che starà accadendo si tornerà a discutere di un nuovo Piano di riassetto che dovrà tenere in maggior conto delle ricadute, a livello di costi, sulle famiglie, che rischiano, già da oggi, con l'approvazione di questa delibera, di trovarsi un fardello troppo pesante da dover portare.
Il mio gruppo consiliare è pertanto fortemente contrario.
Santo Stefano Magra, 12 giugno 2013
IL CAPOGRUPPO CONSILIARE
Francesco PONZANELLI

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