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Ricette mediche dematerializzate, Centi: "Dall'assessore Gratarola l'impegno a rivedere risarcimenti per medici penalizzati da disservizi"

 

Per il consigliere regionale spezzino il tema della digitalizzazione andrebbe affrontato in maniera globale nella sanità, e in altri ambiti, per evitare di sovraccaricare i lavoratori di ulteriore burocrazia

 

"L'assessore alla Sanità Gratarola si è impegnato a rivedere le richieste per far togliere o restituire le indennità di informatizzazione a tutti quei medici che per disservizi del sistema informatico sono stati costretti a scrivere le ricette rosse cartacee". Così il consigliere regionale della Lista Sansa, Roberto Centi, che durante il Consiglio di stamane ha interrogato l'assessore Gratarola e la giunta circa i disservizi registrati da diversi medici della Asl 5 spezzina.

"L'assessore ha specificato che nel corso dell'ultimo anno la maggior parte dei disservizi informatici per i medici sono stati causati da problemi alla piattaforma nazionale Sogei e non da problemi di Liguria Digitale – spiega Centi -. I medici però quando non possono scrivere le ricette in formato digitale subiscono una penalizzazione, anche economica per la cosiddetta indennità di informatizzazione, e poco importa a loro se la colpa è ascrivibile alla piattaforma nazionale o regionale".

La vicenda dei disservizi informatici per i medici spezzini è stata un pretesto per il consigliere regionale Centi per richiedere l'apertura di una discussione globale sul tema della informatizzazione nella Sanità e in altri ambiti lavorativi, come ad esempio la scuola.


"Senza essere antistorici dobbiamo avere il coraggio di aprire un dibattito sulla reale efficacia della digitalizzazione in ambiti come quello sanitario e dell'istruzione – osserva il consigliere regionale spezzino -. Se da una parte ci sono evidenti vantaggi in termini di accesso ai documenti, trasparenza, velocità di trasmissione delle informazioni, non si possono negare anche i disagi che medici, insegnanti e altre categorie lavorative subiscono". "Disagi – conclude Centi – che significano ad esempio per un medico passare delle ore al computer per assolvere ad un dovere burocratico anziché dedicarsi al proprio reale lavoro, che dovrebbe essere la cura del paziente dal punto di vista clinico e anche umano".

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