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Piredda (IDV): "Gravissimo penalizzare donatori di sangue"

La capogruppo di Italia dei Valori in Regione Liguria ha presentato questa mattina in consiglio un ordine del giorno che impegni la giunta ad attivarsi nelle sedi competenti per risolvere il gap contributivo, a fini pensionistici, introdotto dal decreto Salva Italia a danno dei donatori volontari di sangue.

«Ritengo sia un atto gravissimo penalizzare i donatori volontari di sangue che con la riforma pensionistica approvata dal decreto Salva Italia si vedono oggi allungare i tempi per andare in pensione o addirittura costretti a rinunciare al 2% dell'importo della propria pensione». Così Maruska Piredda, capogruppo di Italia dei Valori in Regione Liguria, interviene in merito alla protesta sollevata da alcune associazioni di volontariato attive sul territorio nazionale e regionale per la raccolta di sangue. «Con l'ordine del giorno approvato questa mattina in consiglio – spiega Piredda – intendiamo dare forza alle giustificate proteste delle associazioni che svolgono un compito fondamentale di supporto al servizio sanitario regionale e nazionale. Con l'iniziativa approvata in consiglio auspichiamo un forte impegno della giunta regionale a farsi parte attiva nelle sedi istituzionali competenti affinché non vengano penalizzati i lavoratori che scelgono volontariamente di donare il sangue.

Se non saranno apportate modifiche al decreto legge 201/2011, convertito nella legge 214/2011, numerosi lavoratori donatori di sangue, che hanno avviato i conteggi per accedere alla pensione anticipata, si vedranno allungare i tempi per andare in pensione.

In questi giorni, le associazioni e i donatori hanno segnalato il problema che si sta drammaticamente verificando. Infatti, nonostante il donatore abbia diritto, dopo ogni donazione di sangue, a una giornata di riposo - ai sensi dell'articolo 8 comma della legge 219/05 e secondo quanto ancora riportato sul sito ufficiale dell'Inps - tuttavia con l'entrata della riforma del lavoro, il lavoratore che dona il sangue è obbligato a recuperare le giornate di riposo di cui ha goduto prima di poter andare in pensione, allungando in tal modo i tempi dell'attività lavorativa o, in alternativa, a rinunciare al 2% dell'importo della pensione.

Ritengo che questo fatto sia estremamente grave e pregiudizievole per i lavoratori donatori di sangue, in primis a livello di metodo, in quanto tale disposizione dovrebbe avere valore retroattivo, applicandosi anche a coloro che negli anni precedenti hanno donato il sangue, senza poter immaginare che tale attività, volontaria e svolta per impegno morale, avrebbe potuto danneggiarli. Per far un esempio concreto, dai calcoli effettuati dalle associazioni, una persona che dall'età di 18 anni dona il sangue con regolarità, e cioè 4 volte l'anno, si vedrà costretto a recuperare circa 160 giorni di regolare permesso dal lavoro

In secondo luogo, penso che la norma introdotta sia un atto gravissimo sul piano del merito: infatti penalizza fortemente l'attività di raccolta di sangue, un gesto nobile, altruistico e soprattutto necessario alla salvezza di molte vite umane. Penalizzare i lavoratori donatori significa svilirne l'impegno sociale e addirittura punirne il ruolo, anziché, come forse più logico, premiarne l'attività volontaria al servizio della salute pubblica».

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