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San Nicolò, Morgillo (FI): "Diventi ospedale territoriale di Comunità"

Il Vicepresidente del consiglio regionale, Luigi Morgillo (Forza Italia) chiede che la struttura del "San Nicolò" di Levanto diventi sede di un ospedale territoriale di Comunità.

Il consigliere di Forza Italia ha presentato un'interpellanza alla giunta nella quale denuncia che la struttura della cittadina rivierasca è stata progressivamente depotenziata: di fatto è stata trasformata in sede di Rsa e Rp (Residenza protetta ) per anziani e disabili. «Ritengo che l'attuale utilizzo sia riduttivo e non risponda alle reali esigenze della comunità locale – dice Morgillo – Adesso sono convinto sia il momento di attuare il progetto di ospedale di Comunità che peraltro in passato ha conosciuto una fase di sperimentazione conclusasi con successo. La stessa Azienda sanitaria si era espressa favorevolmente in merito alla sperimentazione effettuata». Il vicepresidente spiega: «Ora c'è la manifestata volontà dei medici di medicina generale ad interagire con le strutture territoriali e sanitarie esistenti fino ad ipotizzare il trasferimento dei loro studi all'interno della struttura ospedaliera». Il consigliere chiede pertanto alla giunta se non sia opportuno, a questo punto, cogliere con prontezza l'importante occasione derivante da questa disponibilità per dare alla luce l'ospedale di Comunità. Secondo Morgillo, si tratterebbe di creare una struttura in grado di erogare assistenza sanitaria di breve durata, riservata a quei pazienti che, pur non presentando patologie acute ad elevata necessità di assistenza medica, non possono tuttavia essere assistiti adeguatamente a domicilio per motivi socio sanitari: malati affetti da patologie croniche, che periodicamente necessitano di controlli o terapie particolari, pazienti che, a seguito di malattie acute o evolutive, necessitano di terapie difficilmente erogabili a domicilio. La gestione clinica è affidata al medico di medicina generale di ogni singolo paziente. «Penso - aggiunge il consigliere .- anche a persone che sono colpite da malattie temporanee e vivono da sole: in questa struttura riceverebbero cure adeguate e costanti». «Sono certo che la presenza di un ospedale di comunità - conclude - eviterebbe ricoveri ospedalieri impropri e quindi consentirebbe grossi risparmi, assicurando, però, un servizio efficiente e valido per i cittadini». Secondo il consigliere i medici di medicina generale potrebbero essere coadiuvati dal personale già in servizio nelle strutture sociosanitarie e sanitarie e ambulatoriali esistenti.

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