"Noi abbiamo proposto di adottare l'addizionale Irpef a scaglioni - prosegue Pomo - e non con un importo unico a prescindere dal reddito come accade ora (unica esenzione reddito fino ai dodicimila euro). Per quanto riguarda la TASI la nostra idea era di utilizzare lo 0,8 con cui si può alzare l'aliquota per prevedere agevolazioni per i redditi più bassi. Questo tenendo conto anche del fatto che la TASI prevede meno agevolazioni rispetto a ICI e IMU per cui dovranno pagarla case che prima erano esentate. La nostra era una "piccola manovra" che avrebbe portato un bel risparmio nelle tasche di pensionati e delle famiglie più povere, in alcuni dadi oltre i cento euro. L'amministrazione è stata insensibilmente sorda a queste esigenze del territorio. Però non si è fatta scrupoli di dividersi una parte del risparmio conseguenza del fatto di avere un assessore in meno aumentando ancora le proprie indennità. Che, naturalmente, saranno pagate anche da coloro che non hanno aiutato. C'è un altro modo di governare anche in tempi di crisi".