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Funzioni associate, Galazzo (PD): "Grande opportunità per i Comuni, ma no a campanilismi"

Umberto Galazzo, Responsabile Provinciale Enti Locali del Partito Democratico, ex primo cittadino di Ameglia, interviene sulle nuove provincie e sulle associazioni di funzioni tra enti.

"La stagione di riforme che attraversa il nostro Paese sta cambiando radicalmente anche gli enti locali e le regioni. L'obbligo di associare i servizi per i comuni minori, la riforma delle province e un nuovo disegno delle politiche regionali rappresentano opportunità per definire un nuovo sistema di governance delle nostre comunità e dei nostri territori. Il partito democratico ha il dovere di provare a costruire un disegno complessivo di come immagina le nostre istituzioni. Salvo ulteriori proroghe, è previsto l'obbligo per i Comuni fino ai cinquemila abitanti di associare entro il 31 dicembre 2014 i più importanti servizi comunali. Tale obbligo spesso è stato subito in maniera negativa sia dagli amministratori che dai cittadini. È così passata in secondo piano anche la forte spinta propulsiva esercitata dalla regione sotto forma di supporto amministrativo e di incentivi economici ed informatici. L'associazionismo comunale deve rappresentare una grande opportunità di riforma e non il mero adempimento ad un obbligo. Tutti i Comuni, anche quelli non immediatamente obbligati, dovrebbero esaminare con attenzione il ventaglio di possibilità offerto dal Legislatore: dall'associazione di servizi, all'unione di comuni ed alla fusione.

L'associazione di servizi rappresenta il primo gradino, con cui si può dimostrare ai cittadini che potranno mantenere la solita capacità di risposta, una maggiore qualità dei servizi e anche un risparmio. Ben vengano, comunque, anche le unioni ove si presentino le giuste condizioni. La fusione, poi, è una soluzione che non può uscire dal nostro orizzonte riformatore di medio periodo. La scelta della geografia delle associazioni rappresenta un altro aspetto estremamente complicato. A nostro parere non possono essere basate su amicizie politiche tra sindaci o vecchi legami campanilistici. Occorre che il ragionamento parta dal concetto di aree omogenee, concetto peraltro richiamato anche dalla legge di riforma. Le aree su cui ragionare potrebbero essere cinque: Golfo, Riviera, Alta Val di Vara, Bassa Val di Vara, Val di Magra. Si stanno anche valutando anche casi "di confine" tra le varie aree. Sfruttiamo l'opportunità offerta dalla Regione di costituire aree vaste all'interno delle quali i Comuni possono fare associazioni diverse per servizi diversi. Per quanto riguarda la Provincia, la legge di riforma distingue tra funzioni fondamentali e non fondamentali. Le prime restano necessariamente alle Province finché non saranno abolite: pianificazione territoriale provinciale di coordinamento, valorizzazione dell'ambiente; trasporto pubblico; strade provinciali; rete scolastica; elaborazione dati; assistenza tecnico amministrativa ai comuni. Per le altre, la Regione deve provvedere entro fine anno ad una legge di riordino di tali funzioni non fondamentali. È arrivato il momento di discutere con la Regione, che dovrà decidere in tempi rapidi, quali competenze debbano rimanere al territorio. È quindi in corso un'importante riforma che deve partire dai territori e dalla loro valorizzazione.

Le nostre comunità e i nostri enti hanno la possibilità di esprimere una forte capacità di aggregazione e di rafforzamento, supportati in ciò dagli enti di maggiori dimensioni e da quelli di secondo grado. Soltanto così facendo i territori potranno porsi interlocutori prestigiosi e qualificati nei confronti della Regione, che peraltro è sempre stata disponibile ed aperta ad una dialettica con i territori con la forte volontà di non calare dall'alto provvedimenti che piuttosto devono essere il frutto di un'attenta riflessione a seguito di una fase di ascolto dei territori. Dopo una fase di ascolto e discussioni nei territori e nei tavoli tematici del nostro "congresso delle idee", è questa l'occasione per i tanti validi amministratori che esprime il Partito Democratico di mettere in pratica quel riformismo che ci deve caratterizzare e che ora abbiamo la possibilità di mettere in pratica".

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