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Tariffe acqua, CGIL: “Non si scarichino i costi sui cittadini”. Nel 2014 aumenti di oltre il 6% In evidenza

Il nuovo anno per le famiglie della provincia si caratterizza per una manovra tariffaria sull'acqua che presenta molti aspetti critici.

"Abbiamo un inasprimento della tariffa con aumenti superiori al 6% rispetto al 2014 - denuncia la Cgil - e una posta straordinaria, autorizzata dai comuni in sede di ATO IDRICO, volta a recuperare in due anni il pregresso 2009/2011 per un importo totale di 7,134 milioni di Euro. A tale rilevante importo si aggiungerà poi una ulteriore partita pregressa relativa al 2008 per altri 7,81 milioni di Euro".

Questo il commento della Segreteria della Camera del Lavoro della Spezia: "Comprendiamo dal punto di vista tecnico questa operazione, volta a compensare secondo normativa gli squilibri tra il consuntivato dal gestore del servizio idrico e il previsto in sede di Piano d'Ambito, e l'importanza che tali importi hanno nell'opera di riequilibrio economico/finanziario dell'azienda; ma non si può scaricare il costo sugli utenti, in una fase particolarmente critica e delicata per le famiglie del nostro territorio, pesantemente colpite dagli effetti della crisi, dalla perdita di posti di lavoro e dalla caduta del reddito; la stessa logica che utilizza anche il sacrificio dei lavoratori attraverso la riduzione dei propri stipendi."

Continua la nota: "Inoltre, non c'è stato alcun confronto con le associazioni dei consumatori. Forse ACAM ha ritenuto "sopportabili" le stime degli impatti della manovra tariffaria sulle famiglie, lanciandosi in sterili confronti con il costo medio dell'acqua di altre realtà territoriali. Noi riteniamo si tratti invece di una forma di autosufficienza che va condannata, che non tiene conto delle diverse condizioni sociali delle famiglie e che dovrebbe trovare soluzioni secondo un principio di equità. ACAM deve aprire un confronto volto a ricercare adeguati correttivi nella distribuzione dell'onere tariffario aggiuntivo imposto ai cittadini; e i Comuni devono confrontarsi con il Sindacato per individuare meccanismi in grado di armonizzare l'impatto economico con la situazione economica familiare degli utenti (fondi di solidarietà, fondi di perequazione, ecc)."

Conclude la segreteria della CGIL: "Riteniamo che questa sia una strada da percorrere per attenuare l'impatto sociale dell'operazione, che per i cittadini di fatto assume il sapore di un iniquo balzello fine a se stesso che rischia di replicarsi ogni qualvolta le casse piangono; ma il management di ACAM e la politica devono ricercare soluzioni strutturali, improntate a una più efficace gestione e razionalizzazione dell'impresa, per portare avanti il rilancio dell'azienda salvaguardando l'occupazione e i diritti dei cittadini."

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