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Bisleri e Caprioni, (UAAR): “Sportello anti-gender, uno spreco di tempo e soldi pubblici” In evidenza

Pubblichiamo la nota inviataci da Cesare Bisleri, (coordinatore circolo Uaar la Spezia) e Nicola Caprioni, (coordinatore Uaar regione Liguria) sulla polemica a proposito dell'istituzione dello sportello anti-gender e le dichiarazioni di don Giulio Mignani e del consigliere Alessandro Rosson.

Ormai divampa da qualche giorno la polemica scatenatasi a Bonassola, in provincia della Spezia, per le parole di don Giulio Mignani che, in una chat tra parrocchiani, ha contestato chiaramente lo sportello anti-gender, aperto a novembre 2016 dalla Regione Liguria, definendolo una inutile caccia alle streghe e manifestando, al contempo, la propria opinione in favore delle unioni civili tra persone dello stesso sesso.


Citando un episodio che l'ha visto orgogliosamente partecipe ad una di queste unioni, don Mignani ha candidamente espresso il proprio pensiero con parole inequivocabili, come si legge da alcune testate, di aperta vicinanza e condivisione: «Mi sono addirittura autoinvitato – racconta con grande enfasi don Giulio –. Credo che in questo particolare periodo storico caratterizzato da una società che scherza con i sentimenti, sia importantissimo assistere due giovani che con serietà si prendono un impegno.

Un impegno che profuma di amore e che arriva dopo anni di discriminazioni che i ragazzi, e purtroppo ancora tanti come loro, hanno subito. Dovremmo andare da loro e ringraziarli per l' esempio che ci danno».


Una volta tanto che un rappresentante della Chiesa osa sfidare i precetti di casa propria, esternando sentimenti di sincero ed amorevole affetto verso il prossimo, senza alcuna discriminazione, ci si aspetterebbe solo un istituzionale quanto prevedibile intervento dei superiori gerarchici, come in effetti avvenuto, e di pochi devoti fondamentalisti.


Invece no, puntualizza Cesare Bisleri, coordinatore del circolo Uaar della Spezia, ponendo l'attenzione sulla reazione politica del consigliere Provinciale di Fratelli d'Italia e capogruppo di minoranza nel consiglio comunale di Bonassola, Alessandro Rosson che, "sembra volersi sostituire con veemenza ad una santa inquisizione (ormai ricordo della storia) censurando senza pietà il parroco per le sue liberali esternazioni ed auspicando un rigoroso intervento del vescovo".


Il consigliere Rosson, "profondamente scosso", esprime anche rammarico ed invita il parroco a rileggere attentamente le parole di Papa Francesco ( "...non ci può essere confusione fra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione. Dio ha affidato la terra all'alleanza dell'uomo e della donna...") concludendo con elogi e ringraziamenti al Presidente della Regione Liguria Toti, il Dott. Matteo Rosso e tutta la giunta regionale, per la "dura battaglia che stanno conducendo a difesa e sostegno della famiglia tradizionale".

 

Il punto di vista di Rosson è più che legittimo, come credente e se applicato nel proprio ambito privato. Non può e non deve essere tale se traslato in politica, dove si deve garantire la laicità ed il rispetto dei diritti dei cittadini, tutti, senza distinzione alcuna di razza, di sesso, di fede.


Quelle di Rosson sono parole che esprimono con estrema chiarezza come una parte della politica sia ancora palesemente e fortemente clericale, addirittura offensiva verso il diritto di uguaglianza dei cittadini, insensibile al progresso socio culturale che stiamo vivendo e, purtroppo, vergognosamente genuflessa ai dettami di una religione privilegiata, della quale vuole spudoratamente farsi longa-manus per imporli ed applicarli indistintamente a tutti i cittadini.


Parole, quelle di Rosson, che riportano ancora alla mente quelle di Gaetano Salvemini negli 50, in merito ai cattolici clericali: "Il clericale domanda la libertà per sé in nome del principio liberale, salvo a sopprimerla negli altri, non appena gli sia possibile, in nome del principio clericale".


La regione Liguria ha tantissimi problemi – riprende Nicola Caprioni, coordinatore dell'Uaar per la Liguria - dal dissesto idrogeologico del territorio alla grave situazione occupazionale, dalla carenza della rete infrastrutturale ai ritardi enormi delle famose grandi opere, l'elenco potrebbe essere lunghissimo, ma la maggioranza che supporta la giunta regionale presieduta da Giovanni Toti - quello che pensava che Novi Ligure fosse in Liguria - ha però individuato un problema ancora più grave nella pericolosa infiltrazione delle "teorie Gender" un pericolo per i bambini che ha indotto la regione ad istituire lo sportello anti-gender.


Siamo al ridicolo! Ma che cos'è questo" GENDER" che incute tanto terrore? Loro non lo sanno bene e diffondono le "BUFALE" più incredibili, come quella che, secondo il gender, gli insegnanti farebbero lezioni di masturbazione ai bambini, oppure quella per cui obbligherebbero i maschietti a vestirsi da femmine e le femmine da maschio. La più clamorosa è quella che vorrebbe che gli insegnanti cercassero di spingere i bambini a pratiche omosessuali.


In realtà, oggi, fortunatamente, nelle scuole si cerca di insegnare ai ragazzi che non ci sono discriminazioni, che maschi e femmine sono uguali, hanno uguali diritti e uguali doveri, che non esiste un sesso dominante e uno sottomesso, che il ruolo della donna, per secoli calpestato e subalterno all'interno della famiglia non è più quello. Inoltre si insegna che non esistono discriminazioni per il colore della pelle, o per le scelte religiose, ideologiche o politiche dei singoli individui.

Si insegna anche che una parte dei ragazzi e delle ragazze hanno un orientamento diverso in campo sessuale, per cui esistono coppie formate da uomo e donna, coppie formate da due uomini e coppie formate da due donne, e che tutte queste forme sono legittime e non devono più essere discriminate o perseguitate. Tutto questo è il fantomatico e pericoloso "GENDER".


La cosa triste è che un'amministrazione regionale, come quella ligure, perda tempo e soldi dei cittadini per creare uno sportello antigender, una sorta di "AGENZIA DI DELAZIONE" nei confronti degli insegnanti e della libertà d'insegnamento. Così si violano i principi della Costituzione Italiana e si protrae nel tempo il risolvi mento di problemi ancora attuali quali l'asservimento delle donne e la discriminazione dei gay.


È ora di dire "basta" allo sperpero di tempo e soldi per gettare fumo negli occhi ai cittadini.


Cesare Bisleri (coordinatore circolo Uaar la Spezia)
Nicola Caprioni (coordinatore Uaar regione Liguria)

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