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Ghiglione (CGIL): “Bisogna difendere la legge 194” In evidenza

La CGIL difende la mozione presentata in Consiglio comunale da Massimo Lombardi, consigliere di Spezia Bene Comune.

 

“Condividiamo pienamente la mozione presentata dal Consigliere Lombardi durante il Consiglio comunale del 2 ottobre, e votata dalla minoranza, che pone il tema del rispetto della Legge 194 come prevenzione a una forma subdola di violenza contro le donne. Alla base della violenza di genere c’è anche la negazione alle donne della possibilità di scegliere ciò che riguarda il proprio corpo.” Così Lara Ghiglione, segreteria della Camera del Lavoro della Spezia, che continua: “Nella nostra Provincia l'obiezione di coscienza è superiore alla media nazionale, già molto alta, del 70%. Alle donne che decidono di interrompere una gravidanza deve essere assicurata un'adeguata assistenza e deve essere possibile poter abortire in sicurezza. Purtroppo, invece, negli ultimi anni sono riemerse pratiche di aborto illegali e molto pericolose per la salute delle donne. La legge 194 consente l'obiezione purché le donne trovino comunque un'adeguata assistenza: un medico obiettore ha l'obbligo, ad esempio, di indicare alla paziente la presenza di un altro medico non obiettore, invece, come ci rimprovera anche la Comunità Europea, questo spesso non accade“.

Continua Ghiglione: “L’obiezione di coscienza dovrebbe essere messa in discussione nel metodo e nelle pratiche quando rischia di trasformarsi in omissione di soccorso, obbligando le donne a rivolgersi a chi pratica aborti clandestini. Esistono anche casi di medici che si dichiarano obiettori ma che poi praticano gli aborti in studi privati, a pagamento: questo deve essere impedito e perseguito. Sappiamo quanto un’attenta ed efficace educazione sessuale possa prevenire sia il ricorso agli aborti, sia il contagio di malattie sessualmente trasmissibili, e il perpetrarsi di altre forme di violenza contro le donne. Per questo è importante anche un uso corretto e diffuso dei consultori presenti nel territorio”.

Conclude la dirigente sindacale: “Riteniamo che il tema della sicurezza, della salute e del diritto di scelta della donna debba essere un tema bipartisan, slegato dalle appartenenze partitiche e che la maggioranza comunale abbia commesso un errore a non votare compatta per la suddetta mozione.”

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