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"Porto-città: quali idee ha l'amministrazione?"...e intanto arriva una proposta In evidenza

Delfino, Licari, Lombardi, Pregazzi e Ruggia: "Proponiamo di trasferire viale San Bartolomeo dieci metri verso mare".

 “Bisogna ritrovare un nuovo equilibro tra la città e il porto. Ho ricevuto duecento lettere di cittadini che non riescono a dormire, a lavorare, a studiare. Hanno fatto bene la Lombardia e il Veneto a interrogarsi sull’autonomia, anche noi dobbiamo cercare di capire cosa può tornare come beneficio a un territorio che dà prova di efficienza. Ma non viviamo nella luce dei successi del passato, pensiamo al futuro".

Con queste parole di indignazione il Sindaco Peracchini inveì contro il mondo della portualità spezzina giusto a metà dicembre dell'anno appena trascorso, intervenendo al convegno svoltosi in Camera di Commercio sul tema “Il porto della Spezia e la sua autonomia”, lasciando di stucco operai e dipendenti di Contship, giustamente preoccupati da tanta veemenza e determinazione.

E poi? Silenzio.
Sulle fasce di rispetto: silenzio.
Sull'ormai insopportabile inquinamento acustico: silenzio.
Sulle emissioni delle navi da crociera di recente certificate da Arpal: silenzio.

Insomma, sulla visione della portualità e, soprattutto, sulla difficile gestione del rapporto Porto-città, non si riesce ha capire quali idee abbia l'amministrazione comunale.
E, trattandosi di un passaggio così decisivo per la città, non pare cosa da poco.
E' nell'interesse di tutti, del porto e di tutti coloro che, come noi, ne auspicano crescita e sviluppo, lavorare per un miglior rapporto fra lo scalo ed il tessuto abitativo che lo accoglie. E’ fondamentale realizzare i presupposti per una coesione sociale forte tra i quartieri adiacenti, fra di loro e con il porto stesso, anche per essere in grado di fare fronte, tutti insieme, a stagioni di crisi o di “vacche magre”, certamente non auspicabili, ma la cui eventualità non è certo da “cassandre” ipotizzare.
Visto che è in arrivo un finanziamento dello Stato per 17 milioni di euro, ottenuto dalla precedente amministrazione, finalizzato alla riqualificazione delle periferie, invece di abbaiare alla luna con conseguenti bacchettate dall'ex senatore Grillo, il Sindaco si impegni ad utilizzare quei fondi, interagendo con l'Adsp, per migliorare la vivibilità dei quartieri di Canaletto, Pagliari e Fossamastra prevedendo anche interventi sulle fasce di rispetto.
Si ricordi il Sindaco, e lo ricordi magari anche alla Presidente dell'Adsp, che si tratta di opere fondamentali che, secondo il cronoprogramma di attuazione del Prp e le prescrizioni del Ministero dell’Ambiente, devono essere realizzate prima dei nuovi riempimenti a mare.
Per quanto riguarda Canaletto, per il tratto da via S. Cipriano a via Palmaria, si è convenuto, non senza ostacoli da parte dell'ex Presidente di Ap, di raddoppiare le dimensioni della fascia di rispetto, da cinque a dieci metri.
Bisogna ora adoperarsi fattivamente affinché i lavori, procrastinati per le note vicende giudiziarie, partano per davvero. Proponiamo di trasferire viale San Bartolomeo dieci metri verso mare, nello spazio all'uopo ceduto, oltre il muro doganale attuale.
L'obiettivo è evidentemente quello di allontanare dalle abitazioni il traffico veicolare molto rumoroso e inquinante realizzando nella sede attuale del viale San Bartolomeo un parco pubblico a verde attrezzato che concorrerebbe a mitigare le problematiche ambientali.
Se sono ancora da studiare gli interventi da prevedere nella zona dopo via Palmaria, area particolarmente delicata che necessita di una mitigazione adeguata, relativamente a Fossamastra è tempo di attuare l’ultimo progetto che l’A.P. ha condiviso con la popolazione, che prevede una fascia di rispetto ben più larga, in media circa 40 metri, con il previsto inevitabile abbattimento di una campata di un capannone LSCT.
Una fascia di rispetto vera e propria, dunque, ben più ampia di quella precedentemente presentata al Ministero dell’Ambiente da parte di A.P.
E' inoltre necessario affrontare con una qualche iniziativa concreta le problematiche relative alla mitigazione del rumore ed alla elettrificazione delle banchine, prevedendo meccanismi sistematici di rilevazione delle polveri e dell’inquinamento acustico per avere costantemente a disposizione dati affidabili, comprensibili ed accessibili a tutti.
Sarà inoltre opportuno l’utilizzo di tecnologie avanzate dell’informazione ( per superare il digital-divide legato alla qualità inadeguata delle applicazioni usate sul web), mediazioni comunicative necessarie per ovviare alla difficoltà di lettura degli indicatori ambientali da parte di chi non possiede una cultura tecnica specifica e per migliorare la qualità della partecipazione e dell'interesse della gente per le problematiche ambientali.
La campagna elettorale comunale è finita da mesi ed ora gli slogan non bastano più, bisogna lavorare su questioni concrete sulla base di idee e progetti che ad oggi sono purtroppo sconosciuti.
Non bastano più sceneggiate dietro qualche microfono o annunci senza i conseguenti atti amministrativi.
Sul tema, già sollevato e reso ora non rinviabile dalle recenti rilevazioni di Arpal, in ordine all'inquinamento conseguente all'approdo delle navi da crociera, va aperta una discussione seria, possibilmente senza essere accusati di essere “contro le crociere”, ma sapendo di dovere trovare soluzioni che garantiscano la salute dei cittadini, da subito, non in attesa che le compagnie di navigazione attuino la riconversione dei combustibili. E' doveroso allora chiedersi a che punto siano le opere per l’elettrificazione senza sottovalutare i dati Arpal, ma semmai disaggregandoli e studiandoli più approfonditamente.
Chi assume incarichi da “classe dirigente” non può limitarsi a fare la parte in commedia ma deve caricarsi della responsabilità complessiva al servizio della gente.
L'economia al servizio dei cittadini e non viceversa.
E chiudendo questa disamina sulla portualità, ci sembra inevitabile riaprire la discussione su ulteriori interramenti del mare per realizzare un molo di cui si può certamente fare a meno, impiegando gli oltre 28 milioni di euro pubblici per la sua realizzazione in ben altra e più utile maniera traguardando anche la rapida elettrificazione di tutte le banchine.
Il fatto che sia già stato deciso non può essere una ragione, anzi, la ragione.
Il Sindaco si informi e ci faccia sapere se l'idea fosse quella di utilizzare l'ipotetico nuovo molo, oltre al molo Garibaldi allungato, per il potenziale attracco di quattro navi da crociera in contemporanea. Ed infine, sul “project” da 40 milioni di euro per la stazione crocieristica sarà utile una maggiore trasparenza per conoscerne precisamente l'oggetto, le destinazioni d’uso previste all’interno della stazione, e se fosse ipotizzata la realizzazione di un centro commerciale e/o residenziale magari a parziale compenso dell’ingentissima somma che dovranno elargire le compagnie".

Marcello Delfino, Andrea Licari, Massimo Lombardi, Giacomo Pregazzi, Cristiano Ruggia

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