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Toninelli duro contro Roncallo: "Il porto di Spezia stia al suo posto, valuteremo accertamenti disciplinari" In evidenza

Interviene direttamente il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli sull'ipotesi di apertura del porto della Spezia alle imbarcazioni di migranti.

Arriva direttamente dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti la controreplica alla presa di posizione della presidente dell'Autorità portuale Carla Roncallo.

Roncallo, rispondendo all'appello lanciatole ieri per l'accoglienza dei 49 migranti ancora a bordo delle imbarcazioni delle Ong Sea Watch e Sea Eye, aveva risposto che il porto della Spezia non è chiuso, "non risulta che esista alcun decreto, ordinanza o provvedimento di alcun tipo, che disponga la chiusura dei porti", e che quindi "qualsiasi nave può chiedere l’autorizzazione all’attracco e seguire le normali procedure ed indicazioni impartire dall’Autorità Marittima".

La risposta, parecchio aspra, del ministro Danilo Toninelli non si è fatta attendere: "Nessuna Autorità di sistema portuale italiana può arrogarsi prerogative che travalicano le sue funzioni amministrative - sostiene Toninelli - Darò mandato alle strutture del mio ministero di valutare eventuali accertamenti di natura disciplinare. Non ho emanato alcun decreto di chiusura dei porti perché non serve, non essendo alcun porto italiano interessato alle operazioni e non avendo il Mrcc (Maritime rescue coordination centre) italiano coordinato i soccorsi”.

“Le due Ong hanno invertito la rotta - prosegue Toninelli - ora sono a ridosso delle coste maltesi ed è giusto che sbarchino lì, viste anche le condizioni del mare in peggioramento. Il caso è più che mai europeo, così come il fenomeno nel suo complesso. Questi sono i fatti e da qui bisogna partire. Le Ong di riferimento, come al solito, non hanno rispettato la legge del mare. Addirittura la nave di Sea Eye ha mentito sullo stato del barcone dal quale ha prelevato i migranti, che non stava affatto affondando come da essa comunicato. I due interventi sono avvenuti in acque Sar libiche, toccava dunque a Tripoli agire”.

“Siamo pronti a dare una lezione all’Europa accogliendo donne e bambini a bordo delle navi Sea-Watch3 e Prof Albrecht Penck – conclude il ministro – ma tutta la Ue deve farsi carico del problema, a partire da Germania e Olanda, Paesi le cui bandiere sventolano sulle due imbarcazioni".

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