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"Vendete subito": una parte del tifo contro la Società aquilotta, e ce ne è anche per Peracchini e i media In evidenza

di Massimo Guerra - In un duro comunicato, gli attacchi e le richieste.

“Storia di una grande famiglia”: è questo il titolo di un duro comunicato – il secondo a distanza di pochi mesi, dopo che il primo era rimasto senza risposta – diffuso ieri sui social a firma della Curva Ferrovia e del Gruppo Bullone.

Una parte dei tifosi che seguono da sempre con attaccamento le vicende dello Spezia confermano la netta presa di distanze non dalla squadra – che ultimamente ha riconquistato la fiducia grazie all’impegno dimostrato a prescindere dai risultati comunque discreti - ma dalla società, ritenuta troppo distante e distaccata: in particolare da “Giampiero (Fiorani NdR) il braccio che in passato ha svuotato banche e speranze figuriamoci se ha problemi a distruggere la passione di una tifoseria (...)”, e Gabriele (ovviamente patron Volpi), per certi tifosi “ la mente egocentrica ed onnipotente che disprezza qualsiasi cosa che abbia a che fare con la nostra città (...)” con i vertici societari “Guido Angelozzi e Stefano Chisoli ministri senza portafoglio pagati per prendersi ogni responsabilità, quasi senza onore e dignità accettano silenziosi questa situazione (in realtà il Dg ha detto e ridetto più volte in pubblico come stanno realmente le cose NdR)”.

Cosa chiedono in sostanza i tifosi firmatari del comunicato, che sono sicuramente una fetta rappresentativa del tifo aquilotto, anche se non la maggioranza dei 5.000 che ogni settimana si ritrovano al Picco?

“Chiediamo fin da questo momento le vostre dimissioni e la vendita dello Spezia o la consegna delle chiavi societarie”.

E non manca un j’accuse anche per il sindaco-tifoso Peracchini: “In attesa che siano terminati i lavori di copertura della curva, chiediamo a quelli che promettono e non mantengono (...) che dovrebbero difendere il patrimonio cittadino (...) di opporsi a chi tratta lo Spezia e La Spezia come uno straccio vecchio”.

Non manca una stoccata anche per “la quasi totalità dei media che con atteggiamento servile dell'Arcangelo tutto dicono tranne che la verità gettando fumo negli occhi ad un popolo che una volta gremiva il Picco e che ora non si sa dove sia sparito”, infine una domanda: “Provate invece a far capire come mai una società sana ed in vendita da anni non abbia mai ricevuto una seria proposta di acquisto mentre nelle altre piazze tutto si concretizza in pochi mesi (...) non ad opera di banditi vedi Ascoli,Bari o Pisa. Provate a domandarvi se il famoso tesoretto sia diventato un po' come il gioco delle tre carte ed abbia preso altre direzioni. Noi non vi vogliamo, non ci rappresentate, non esprimete in nessun modo lo spirito della nostra maglia. Lo mettiamo per scritto una volta per tutte ...la nostra pazienza è finita lo dobbiamo alla nostra maglia e a più di 40 di storia di curva in attesa che anche la città apra gli occhi”.

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