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Spezia, l'impresa-salvezza davanti ai nuovi proprietari, una città in festa In evidenza

di Massimo Guerra - Spezia salvo malgrado tanti "gufi", da oggi si apre una nuova pagina per il futuro del club bianco.

Le lacrime di Italiano abbracciato a moglie e figlia al termine della partita, l'esultanza davvero "ammericana" della famiglia Platek in tribuna ad ogni gol dello Spezia, il calore dei tifosi prima e dopo la sfida, la gioia dei giocatori danzanti dopo il triplice fischio, protagonisti di un'impresa che rimarrà nella storia del calcio italiano.

Esissignori: come recita lo speaker Federico La Valle, quella di quest'anno è un'impresa quasi superiore alla promozione dalla B dell'anno scorso, per una serie di motivi.

Il primo – ricordato ieri a più riprese da Platek – la difficoltà di dover costruire una squadra competitiva per la A in pochi giorni, come è accaduto a Meluso piovuto alla Spezia dopo il divorzio tra Volpi e Angelozzi: un mercato condizionato dal Covid che ha gonfiato a dismisura la rosa delle Aquile, arrivata alla cifra record di 32 tesserati.

Il secondo motivo – dato merito a Italiano di aver confermato le sue doti dalla C alla A, riuscendo a dare una chiara ed efficace impronta di gioco pur non avendo a disposizione giocatori di esperienza in massima serie – il mancato rafforzamento a gennaio, causa probabile la trattativa in fase avanzata tra Volpi e Platek. Sta di fatto che a metà campionato è arrivato – e per fortuna – il solo Riccardo Saponara, giocatore dalla tecnica indiscutibile ma reduce da stagioni opache anche per continui problemi fisici.

Il terzo e ultimo motivo – che li riassume tutti – è che sulla carta i valori tecnici individuali dello Spezia non erano superiori a nessuna della compagini del campionato, non per caso tanti gufi ma anche tanti addetti ai lavori additavano la neo-promossa Spezia come sicura neo-retrocessa all'inizio e durante il campionato (come ha ben sintetizzato Spezzino Vero sui social) anche se le imprese contro Udinese, Roma, Napoli e Sassuolo eccetera hanno via via attirato le osservazioni e gli apprezzamenti di tanti commentatori "top", spesso benevoli verso le idee di gioco di Italiano anche in caso di risultato avverso.

Da oggi si apre una nuova pagina della storia aquilotta: se e in che modo riuscirà la proprietà USA a tradurre in cose concrete gli input di patron Platek ("Sogno uno Spezia che giochi nel proprio stadio e non si trovi a lottare per non retrocedere") lo sapremo nei prossimi mesi, di sicuro la nuova proprietà porta con sé una carica di entusiasmo del tutto estranea alla gestione Volpi (sempre da ringraziare per aver mantenuto l'impegno di portare le Aquile in serie A spendendo tanti soldi), un entusiasmo che potrebbe essere la chiave per rendere lo Spezia davvero un club di serie A per tanto tempo, magari rilanciando quel settore giovanile che ha sfornato tanti talenti e oggi si gode le prestazioni in prima squadra di Giulio Maggiore, Luca Vignali, Simone Bastoni e Gennaro Acampora.

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