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Uniti nel silenzio per dire basta alla guerra, il corteo ha unito centinaia di manifestanti In evidenza

di Marina Lombardi – Solidarietà alle vittime e richieste alla comunità internazionale.

Bandiere della pace, cartelli contro la guerra e candele tra le mani di almeno un centinaio di manifestanti, che oggi pomeriggio da Piazza Verdi hanno attraversato la città uniti in un corteo silenzioso per denunciare le atrocità della guerra che sta colpendo la popolazione civile vittima del conflitto israelo-palestinese.

Un corteo senza simboli né loghi, in cui tutti si dipingono come soli componenti della società civile manifestando solidarietà a tutte le vittime civili del conflitto. L’iniziativa aderisce all’appello che Amnesty International Italia, AOI e 50 associazioni a livello nazionale hanno fatto per portare sui territori internazionali l’attenzione riguardo il conflitto israelo-palestinese chiedendo la fine della violenza e la protezione della popolazione civile.

L’appello rivolto al governo e alle istituzioni italiane, all’Unione europea e alla comunità internazionale è quello di affrontare con urgenza la crisi umanitaria a Gaza chiedendo di porre al centro dell’azione politica il rispetto dei diritti umani e della vita delle popolazioni civili.

“Il governo Israeliano deve porre fine all’assedio totale della Striscia di Gaza e garantire l’accesso ai beni essenziali e agli aiuti umanitari destinati alla popolazione civile nella Striscia – recitano i manifestanti all’inizio del corteo citando le parole del comunicato stampa emanato dalle associazioni - Hamas deve rilasciare gli ostaggi israeliani. Si chiede al governo italiano di promuovere il rispetto del diritto internazionale umanitario, astenendosi dal fornire armi a qualsiasi parte coinvolta nel conflitto e sostenendo pubblicamente l’operato della Corte penale internazionale nelle indagini sui crimini commessi nella regione".

“Il conflitto israelo-palestinese, non ha avuto inizio con la strage del 7 ottobre a firma Hamas: sono più di 50 anni di guerra e occupazioni militari, da 17 Gaza è sotto assedio. È l’ora di cessare il fuoco e di rispettare il diritto umanitario internazionale. A Gaza si contano oggi 5.791 morti, di cui 2.360 minori, 1500 dispersi (870 minori) e 1 milione e 400.000 sfollati. La sopravvivenza della popolazione civile risulta instabile e precaria, privata di cibo, acqua, beni essenziali e salvavita". 

Le costanti fughe dagli ospedali richieste a malati, disabili e anziani, che per abbandonare edifici ospedalieri hanno dovuto scegliere se tentare la sorte e sopravvivere senza assistenza medica o rischiare la vita per la strada è insostenibile e inumano. “L’evacuazione forzata da Israele nel sud di Gaza è impraticabile e insostenibile. Come organizzazioni umanitarie chiediamo che la priorità per il nostro governo, le leadership europee e mondiali sia la protezione della popolazione civile e il rispetto dei diritti umani.

“Da oltre tre settimane stiamo assistendo a uno scempio del diritto internazionale umanitario, con crimini di guerra commessi da entrambe le parti in conflitto contro le popolazioni civili avverse. È evidente che se non saranno affrontare le cause di fondo, altre generazioni cresceranno tra paura e desiderio di vendetta. L’Unione europea che, finora, ha applicato i consueti doppi standard manifestando solidarietà incondizionata a Israele senza condannarne i crimini commessi a Gaza e relegando i diritti dei palestinesi a una questione meramente umanitaria, deve decidere da che parte stare: pro o contro il diritto internazionale”.

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