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I ricorrenti: "La sentenza del TAR lascia aperta la questione sulla legittimità della tariffa Cinque Terre"

Causa rigettata perchè i ricorrenti sono stati ritenuti "privi di interesse ad agire".

Il TAR Liguria ha rigettato la causa contro la tariffa Cinque Terre, iniziata 8 anni fa, perché i ricorrenti sono stati ritenuti privi dell'interesse ad agire.

"Sia negli atti che nella discussione del ricorso noi riteniamo di avere dimostrato la sussistenza della nostra piena legittimazione e del nostro pieno interesse a proporre l'iniziativa giudiziaria- ribatte Jonathan Viviani, in rappresentanza dei residenti, pendolari, operatori, ricorrenti contro la tariffa Cinque Terre - Si tratta di capire se debba prevalere un'interpretazione più formalistica della questione oppure una maggiormente attenta alla funzione di tutela e rappresentatività delle Associazioni territoriali e di promozione turistica. E non si può dimenticare che anche gli operatori economici, a nostro avviso pienamente legittimati ad agire contro il sistema tariffario in oggetto, considerando che il 90% dei loro clienti arriva col trasporto ferroviario pubblico, fanno parte di una collettività che annovera anche parenti e amici non necessariamente residenti in Liguria, che dalla tariffa Cinque Terre vengono allontanati, rendendo la vita di relazione sempre più occasionale e faticosa".

"D'altra parte - aggiunge Viviani - dal sistema vigente le Cinque Terre hanno ricevuto un danno tale da far scappare un quarto della popolazione: negli ultimi 10 anni siamo passati da poco più di 4.000 a poco più di 3.000 residenti. A causare la fuga, oltre al fatto di non trovare posto sui treni occupati dai turisti di giorno, si aggiunge il fatto non trovare treni la sera e in inverno per andare al cinema o a trovare gli amici a Spezia o a Chiavari o a Sarzana. Mentre altri spingono affinché il lavoro degli operatori locali faccia da traino all'economia della Regione, chi altri si può occupare dell'interesse a mantenere in vita le Cinque Terre, se non chi è del posto?"

Sulla sentenza Viviani aggiunge: "Poiché il TAR non è entrato nel merito, non possiamo non rilevare che rimangono attuali tutte le nostre perplessità sulla tariffa maggiorata da 4€ nel 2016, da 10 oggi da 20, 30 o 100 domani. Certo, potrà arrivare anche a 100 € a tratta (qualcuno avrebbe mai creduto ieri che i 50 secondi da Riomaggiore a Manarola sarebbero potuti costare 10€?). D'altra parte la modalità utilizzata dalla Regione nell'applicare la tariffa maggiorata non prevede, al momento, parametrazione alcuna, quindi nessun tetto verso l'alto...  e magari arriveremo, grazie alla tariffa pagata nelle Cinque Terre, a far viaggiare in tutta la Liguria treni con steward e aperitivo a bordo per la clientela glam, a discapito di pendolari e utenti comuni, nonostante si tratti di un servizio di trasporto pubblico... E nonostante la legge n° 33/2013 della stessa Regione Liguria che dice testualmente che "per i servizi di trasporto regionale e locale dedicati a specifici territori possono essere definite, nell'ambito del contratto di servizio, tariffe diversificate per gli utenti occasionali non residenti nel territorio di riferimento. Tali tariffe devono essere parametrate al costo dei servizi." Costi che erano stati nascosti sotto l'omissis del segreto industriale e commerciale e che mai sarebbero stati resi noti se le associazioni e gli operatori non avessero fatto e infine vinto, già solo su questo punto, ben 3 ricorsi".

 

Per i ricorrenti la partita non si chiude qui. 

 

 

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