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Uno spezzino nel team che ha vinto il concorso per il Nuovo Parco della Giustizia di Bologna In evidenza

Nato a Sarzana, è socio fondatore di Eutropia Architettura, che ha presentato il progetto primo classificato.

Si chiama Matteo Baralli, è nato a Sarzana, ed è socio fondatore di Eutropia Architettura. Il suo studio, insieme a Ipostudio, ha vinto il concorso per realizzare il Nuovo Parco della Giustizia di Bologna, un grande cantiere di rigenerazione urbana da 175 milioni di euro. Si tratta di uno dei concorsi d'architettura più importanti d'Italia: molti degli studi più famosi al mondo hanno preso parte alla competizione.

"Al concorso - sottolinea Baralli - hanno lavorato circa 50 persone in un grande team interdisciplinare guidato e coordinato da Ipostudio + Eutropia Architettura"


Dopo il terzo premio al concorso per il restauro dello Stadio Franchi di Firenze Ipostudio + Eutropia Architettura, quindi, firmano il progetto vincitore per il Nuovo Parco della Giustizia di Bologna, un importante intervento di riqualificazione urbana che coinvolge l'intera area Ex-Staveco alle porte del centro storico del capoluogo emiliano.
L'ampio team interdisciplinare vede la collaborazione con le realtà bolognesi di Area Proxima e Studio Sazzini fondendo l'esperienza internazionale del gruppo con un profondo radicamento al territorio.

"Il progetto - spiega Matteo Baralli - prevede la realizzazione del Nuovo Parco della Giustizia di Bologna all'interno di un'area industriale dismessa, organizzando la complessa macchina giudiziaria all'interno di un più ampio intervento di riqualificazione urbana: un vero e proprio brano di città restituito a tutti i bolognesi 365 giorni all'anno.
Proporre un "Nuovo Portico per Bologna" rappresenta un gesto unico, perentorio e fondativo che rinuncia al ruolo di "architettura" per farsi "infrastruttura", opera di urbanizzazione in grado di organizzare, dal punto di vista funzionale e tecnologico, uno spazio industriale affascinante, che contiene in nuce un'idea di città fatta di grandi contenitori, piazze, monumentali ciminiere in armonica relazione tra di sé.
Se il Nuovo Portico rappresenta la spina dorsale di tutta l'area giudiziaria, il Nuovo Parco della Giustizia si configura come elemento di connessione rispetto ai sistemi limitrofi: il Centro Storico, il Sistema dei Colli, i Giardini Margherita, l'Ospedale Rizzoli".

Prosegue Baralli: "In una visione olistica della trasformazione urbana, il progetto da un lato risolve al suo interno tutte le criticità di interfaccia con le aree limitrofe, ma dall'altro si rende compatibile e disponibile a possibili sviluppi infrastrutturali che rendano tangibile la visione della Bologna del Futuro.
Anche il Nuovo Parcheggio interrato si inserisce nel filo conduttore delle infrastrutture ecologiche, configurandosi come una sorta di HUB intermodale che offra tutte le facilities per un "commuting" verso la mobilità sostenibile ed attiva nel pieno rispetto del contesto ambientale".

 

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