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E' stata "La" Preside del Liceo Pacinotti.

Il Liceo Pacinotti è stato la sua casa, prima da insegnante, poi da Presidente. E' stata LA Preside del Pacinotti. Il nome di Maria Giovanna Delfino è indissolubilmente legato a quello del Liceo scientifico spezzino, allora diviso in tre sedi in città, e alla sede di Levanto che è riuscita ad istituire ed alla quale teneva molto. Prima di diventare Preside, allo Scientifico la Professoressa Delfino aveva insegnato per molti anni, italiano e latino, formando generazioni di ragazzi.

 


I MESSAGGI DI RICORDO E CORDOGLIO

Roberto Centi, professore e Consigliere regionale scrive: "Per tutta quella folta generazione di giovanissimi docenti che entrarono in servizio presso il Liceo Scientifico Pacinotti da metà degli anni Ottanta fino ai primi Novanta, Maria Giovanna Delfino è stata, è e rimarrà per sempre LA Preside.

Nata a Sarzana nel 1933 e diplomatasi al liceo Parentucelli, si laureò nel 1956 in lettere classiche presso l'Università di Genova col massimo dei voti e pubblicazione della tesi.

Assistente di glottologia sempre a Genova del professor Bonfante negli anni 1956/60, perfezionò gli studi linguistici presso la Sorbona di Parigi, avendo tra i suoi maestri i grandi Benveniste e Bachellery e conseguendo nel 1958 il diploma di specializzazione in linguistica generale col professore Martinet, uno dei grandi della linguistica europea.

Dopo aver insegnato nelle scuole di Massa e della Spezia dal 1960 e ininterrottamente presso Liceo Scientifico Pacinotti dal 1968 al 1983, divenne Preside del Pacinotti nello stesso 1983 come vincitrice di concorso e vi rimase fino al 1999, anno del suo pensionamento e contemporaneamente dell'inaugurazione della nuova sede del liceo, che è quella attuale.

E si deve proprio a lei, alla sua lungimirante testardaggine, all'impegno suo, dei suoi docenti e studenti di quegli anni, che tutti insieme arrivarono a organizzare manifestazioni sotto il Palazzo della Provincia, quella tanto agognata nuova sede di viale XV giugno, che consentì finalmente alla comunità del Pacinotti di cessare di dividersi tra tre o quattro sedi, come accaduto per decenni.

Maria Antonietta Aiosa (sezione B - maturità 1978)Intere generazioni di studenti e di docenti devono le loro scelte di vita i primi e l'approccio alla professione docente i secondi al suo amore per la scuola, alle sue innovazioni didattiche, al suo impegno, alla cura che ella sempre ha messo nel seguire i suoi studenti e Lucnel formare i suoi professori, talvolta anche con modi rudi e bruschi, ma sempre volti al miglioramento del suo Liceo.

Pioniera di alcune tematiche che seppe intuire con larghissimo anticipo, ci piace ricordare della Preside Delfino un convegno intitolato "La scuola apre all'Europa", in cui fece porre a confronto da esperti provenienti da tutta Europa i sistemi formativi liceali di Germania, Olanda, Francia e Italia, nel tentativo di trovare le migliori e più innovative pratiche didattiche, in tempi in cui ancora la scuola aveva come centro del suo impegno la vocazione formativa più che una tensione quasi forzata al mercato e alle tecniche.

Come non ricordare, in tale ottica, un memorabile convegno sulle tematiche della bioetica, che si tenne a Villa Marigola nei primi anni Novanta e che vide dibattere tematiche, di cui allora ancora pochissimi parlavano, teologi, docenti universitari, giuristi, medici di altissimo livello che, individuati dalla Preside Delfino e dai suoi collaboratori, avrebbero segnato nei decenni a seguire la storia della ricerca bioetica fino ai giorni nostri.

Capace di rimanere a scuola per il suo lavoro fino a tarda notte e financo di occupare con i suoi studenti il liceo per esempio in occasione della protesta del movimento studentesco a metà degli anni Ottanta, Maria Giovanna Delfino ha rappresentato una delle ultime figure di dirigenti, allora si chiamavano con parola antica nobile Presidi, che sapevano coniugare l'aspetto amministrativo, ora purtroppo e non per causa loro divenuto preponderante, con quello didattico formativo e soprattutto ideale, che sapevano immaginare autonomamente per la propria scuola un futuro diverso da quello di volta in volta propinato da circolari ministeriali e da tentativi di riforma sempre più fumosi e stereotipati.

Quando arrivai nel 1986 al Liceo, in una mattina d'estate, per presentarmi, e le dissi che, avendo effettuato studi classici, il mio desiderio sarebbe stato quello di trasferirmi prima o poi presso il Liceo Classico Costa, che avevo frequentato da alunno, la Preside Delfino mi disse:

"Quando lei avrà conosciuto i colleghi ma soprattutto i ragazzi del Pacinotti non se ne andrà mai più"

E così è stato, per trentacinque anni di docenza di cui dieci da Vicepreside, fino all'aspettativa per mandato elettorale.

E se ho donato migliaia di ore alla mia scuola, oltre agli studenti e ai colleghi, devo ancora oggi ringraziare quel clima che Maria Giovanna Delfino aveva saputo creare, di curiosità culturale, di apertura al nuovo pur nel rispetto della tradizione, di sacrificio e di amore sempre e comunque per i ragazzi e per la trasmissione del sapere.

Mancherai a molta parte della Città Preside Delfino, grazie per ciò che ci hai dato.

 

Luca Del Bello, sindaco di Levanto ed ex studente del Pacinotti
"Mi associo come Sindaco di Levanto e come ex studente del Liceo Pacinotti al cordoglio e al ricordo della Preside Delfino. E' stato merito della Prof.ssa Delfino l'istituzione della sede staccata del liceo Pacinotti a Levanto, sede che tuttora funziona e rappresenta l'unico istituto superiore fuori da Spezia e Sarzana.
Grande sostenitrice del progetto di Levanto, mi ricordo da studente e da rappresentante di istituto le viste che molto frequentemente la Preside faceva. In quegli anni abbiamo potenziato la sede con il cineforum, il laboratorio di disegno e multimediale, il giornalino scolastico e soprattutto cicli di conferenze su temi molto importanti con la collaborazione del Comune di Levanto (allora l'assessore alla scuola era la prof. Anna Maria Mascardo).
Doveroso da parte mia ricordarla.
La battaglia che combattiamo tutti gli anni per formare la classe prima la faremo anche in sua memoria, che la scuola l'aveva istituita e difesa".


Maria Antonietta Aiosa, ex allieva della Professoressa Delfino (sezione B - maturità 1978)
"La morte della Professoressa Maria Giovanna Delfino segna la fine formale di un’epoca, che purtroppo sostanzialmente è finita già da tempo.
Come allieva della Professoressa Delfino, posso testimoniare la tempesta di emozioni e di ricordi che la sua scomparsa mi ha suscitato.
Come una specie di macchina del tempo, mi ritrovo in terza B, la mitica sezione del Liceo Pacinotti che annoverava i migliori docenti.
Tra tutti, spiccava la figura severa e rigorosa della Professoressa Delfino, docente di Italiano e Latino, che incuteva rispetto e timore al solo varcare la soglia dell’aula.
Abbiamo capito subito che sarebbe stata “vita dura” con lei, ma abbiamo anche intuito che sarebbe stato un investimento per la nostra vita, all’epoca di giovanissimi studenti.
Avevamo solo sedici anni ed era l’unica insegnante che ci dava del Lei.
Non era per allargare le distanze, era un segno di rispetto, che comportava la responsabilità di meritarlo.
Chi di noi potrà mai dimenticare la mattina del 16 marzo 1978, quando entrò in aula con gli occhi gonfi di lacrime per il rapimento di Aldo Moro e l’uccisione della scorta? Solo in quel momento anche noi abbiamo capito la gravità di quello che era accaduto e forse da maturandi siamo diventati maturi.
Eravamo trenta alunni all’inizio della terza, ne siamo usciti decimati, sia per le bocciature, sia per i trasferimenti ad altre scuole. Siamo arrivati alla maturità in undici e abbiamo registrato la media di votazione più alta.
In seguito, avremmo capito con chiarezza che i suoi insegnamenti ed il suo esempio avrebbero senza scampo condizionato le nostre scelte di adulti e non ci avrebbero più lasciati, come un segno indelebile nelle nostre coscienze.
Come non ricordare le poesie di Catullo da imparare a memoria, così come il quinto Canto dell’Inferno e tanti altri passi, che ci aveva letto e spiegato come solo lei avrebbe potuto farlo.
I voti terribili delle versioni di latino, che frequentemente arrivavano addirittura a 1 (uno!), ma che nessuno ha mai contestato.
L’orologio che si sfilava dal polso e ci faceva tanto temere di essere chiamati per l’interrogazione, perché sapevamo che ci avrebbe chiesto di parlare di un argomento per venti minuti. Venti minuti scanditi dal suo orologio, senza sconti, nel silenzio assoluto di tutta la classe.
E’ cosi che tutti noi abbiamo imparato a parlare in pubblico, a volte anche senza preavviso e senza nemmeno una scaletta: la paura di non farcela l’avevamo già superata al Liceo.
Il Liceo, non un Liceo, ma il Pacinotti, di cui siamo rimasti orgogliosi allievi.
Chi di noi, per ricordare la formazione ricevuta, non ha pronunciato la fatidica frase: “Io ho avuto la Delfino”? Come un marchio di fabbrica!
Come una garanzia di aver ricevuto l'insegnamento della cultura come percorso di vita ed il valore del rispetto reciproco, del confronto democratico e dell’importanza dell’ascolto, senza preconcetti né pregiudizi.
Grazie Professoressa Delfino, grazie per le gare che avevamo intrapreso tra di noi, per chi si alzava prima al mattino per ripassare la lezione di letteratura latina o italiana; grazie per i libri che non solo ci ha costretto a leggere, ma che ci ha insegnato a capire, grazie per averci aiutato ad essere quelli che siamo.
Amor ch’a nullo amato amar perdona ci ha legato a lei per sempre e ancor non ci abbandona".

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