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"Buona Movida", La Spezia schiera i giovani della Croce Rossa In evidenza

di Gabriele Cocchi - L’assessore Alice Parodi ha illustrato i risultati del progetto “Buona Movida”. Bassa la partecipazione dei cittadini.


Quando si parla di partecipazione alla Spezia gli animi non tardano a scaldarsi: molti infatti accusano il Comune di non aver mai coinvolto i cittadini nelle scelte di governo della città nel corso degli ultimi anni, a partire dall’annosa questione di Piazza Verdi.

L’assessore alla partecipazione dei cittadini Alice Parodi invece ci ha provato, su un tema che infiamma spesso le cronache locali: i problemi legati alla movida notturna nel centro cittadino. Da un lato la crescita di giovani e non che frequentano il centro storico fino a notte fonda, dall’altra le lamentele dei residenti su decoro urbano, schiamazzi e comportamenti sopra le righe. Come conciliare i due fenomeni?

“Il nostro obiettivo – spiega Parodi – era mettere a confronto i portatori d’interessi in materia di movida. È stato un percorso molto proficuo perché si è creato un gruppo di lavoro apposito all’interno del Comune, ma il percorso non si è ancora concluso, perché abbiamo deciso di creare un gruppo di lavoro permanente su queste problematiche. Ci sono anche alcune misure che metteremo in campo nel brevissimo periodo”.


UN PRONTUARIO DI BUON COMPORTAMENTO E L’IMPEGNO DEI RAGAZZI DI CROCE ROSSA

Verrà infatti realizzato un vademecum di regole di buon comportamento, da distribuire nei locali del centro, e anche una vetrofania esplicativa, richiesta e condivisa espressamente dai residenti, per proseguire la campagna informativa. Oltre ad altre misure nel medio periodo – contenitori supplementari per ridurre l’abbandono di bicchieri e bottiglie, operatori di strada e un’attività di sensibilizzazione nelle scuole - che starà però alla prossima amministrazione concretizzare.
“Uno dei temi fondamentali quando si parla di movida – prosegue l’assessore – è la prevenzione: molto spesso ci sono comportamenti sregolati, esiste un problema di tipo educativo”.

Ragion per cui l’impegno (encomiabile e su base volontaria) dei ragazzi che fanno parte del Comitato Giovani della Croce Rossa della Spezia diventerà un elemento fondamentale del progetto: “Vogliamo che il presidio del sabato sera dei ragazzi della Croce Rossa – aggiunge Parodi – diventi un appuntamento fisso, una parte integrante della movida cittadina”.

“Abbiamo iniziato una collaborazione col Comune – spiegano i giovani Fabio Dardengo e Jacopo Iori della Croce Rossa – Il sabato sera faremo degli alcol test gratuiti in giro per la città. Ma non con una postazione fissa, ma itinerante: gireremo per il centro, l’abbiamo fatto ultimamente e abbiamo avuto ottimi risultati. Il prossimo appuntamento è sabato 15 aprile, abbineremo al controllo con gli etilometri una campagna contro le malattie sessualmente trasmissibili”.

“Il nostro obiettivo è non rinunciare alla movida – chiarisce l’assessore Corrado Mori – ma spostarla dalle ore notturne a quelle serali e pomeridiane, anche attraverso degli incentivi per i locali. L’altro tema che dovrà essere affrontato è quello di trovare un luogo adatto nel centro dove i ragazzi possano concludere la loro vita notturna, senza essere di disturbo per i residenti”.


MA LA PARTECIPAZIONE HA FATTO FLOP
Il punto debole del progetto “Buona Movida”, però, si è rivelato proprio la partecipazione, in termini prettamente numerici: soltanto 26 le persone, tra residenti del centro e frequentatori, che hanno preso parte agli incontri, 40 contando anche i 14 gestori dei locali coinvolti. Un primo passo avanti, sì, ma con numeri molto bassi per un percorso che si vuole definire “partecipativo”, anche se il Comune ha cercato di dare ampia pubblicità al progetto.
“È vero, i numeri non sono alti – ammette Parodi – ma far partecipare le persone non è per niente banale, è un approccio molto complesso. Anche se noi siamo andati a cercarle nei locali, nei luoghi della movida cittadina. Per me in ogni caso si può parlare di partecipazione anche con questi numeri: bisognerà affinare nuove tecniche in futuro per coinvolgere le persone. Francamente mi aspettavo una maggiore partecipazione da parte dei residenti: la cosa mi fa pensare che forse a volte si tratta di falsi problemi”.

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