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"Zignago consegna il suo patrimonio boschivo al Consorzio Giovani Allevatori", insorge l'opposizione In evidenza

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Il poeta latino Giovenale si chiedeva: “Chi controlla i controIlori?” A Zignago è presto detto, sono proprio i controllati... Basti leggere i verbali dell’ultimo Consiglio Comunale, che ha visto all’ordine del giorno l’approvazione del piano di assestamento boschivo nonché del regolamento di funzionamento del Consorzio Giovani Allevatori, la tanto discussa società partecipata del Comune di Zignago finita in più occasioni sulle cronache dei giornali. Prima abbiamo assistito al disastro causato alla pineta di abeti bianchi del Passo del Rastrello, che ancora grida vendetta e che porterà per sempre cicatrici e segni indelebili, poi abbiamo udito pareri contrastanti ed opposti circa la quantità di legna esboscata, infine abbiamo letto il nome del Consorzio nella lista nera del Commissario Revisore Cottarelli.
Con l’ultimo Consiglio sarebbe stato finalmente possibile voltare pagina, chiudendo un triste capitolo della storia di Zignago, e ripartire dal progetto iniziale di una realtà associativa locale in grado di salvaguardare e tutelare l’unico patrimonio in dote al Comune di Zignago: i nostri boschi.
Inutile dire che anche in questa occasione ogni speranza si è rivelata vana, e che il gruppo di opposizione si è ritrovato ancora una volta a votare contro deliberazioni vergognose e dissennate.

La prima delibera di quello che si è rivelato essere un Consiglio anomalo, convocato in seduta straordinaria forse a causa dell’urgenza dettata al Sindaco dai termini in scadenza per i contributi, riguarda il piano di assestamento boschivo e consiste in una mera sanatoria amministrativa; portarla in consiglio oggi equivale ad ammettere che il Consorzio Giovani Allevatori stesse lavorando in maniera illecita.

Ben più complesso e interessante è invece il motivo che sta alla base del nostro voto contrario all’approvazione del regolamento del Consorzio. Prima che iniziasse la discussione, abbiamo presentato al Consiglio e al Segretario Comunale alcune domande che fanno parte integrale delle delibera, chiedendo con chiarezza se fosse legittimo che potesse prendere parte alla votazione la maggioranza dei consiglieri presenti in aula. E’ risaputo infatti che gran parte dei Consiglieri vanti legami di parentela o affinità con soci Consorziati entro il 4° grado, parentela che per legge non solo vieta loro di prendere parte alla votazione, ma li obbliga anche ad uscire dall'aula durante la discussione. Ci riesce difficile trascurare il fatto che ben cinque consiglieri di maggioranza su otto si trovino in questa situazione: il Vicesindaco Tiziana Menini è figlia di un consorziato, così come anche i Consiglieri Federico Bornia, Orazio Rossi e Barbara Piaggi sono legati da parentele a soci del consorzio. Ma non ci vogliamo certo dimenticare del Sindaco, che è uscito dal consorzio soltanto dopo essere stato eletto e che sino a qualche mese prima ha percepito degli introiti dal Consorzio stesso, a fronte di un vincolo di ben 10 anni ad effettuare lavori di manutenzione per il Consorzio.

Convinti che l’astensione alla discussione ed al voto fosse non soltanto un obbligo di legge, ma soprattutto una questione di trasparenza verso i cittadini, abbiamo chiesto l’intervento del Segretario Comunale, che candidamente si è limitato ad affermare che “..non ravvisa correlazione immediata e diretta tra il contenuto di tale atto ed interessi specifici di Consiglieri presenti..”

Se il Segretario Comunale non ravvisa nulla di strano, l’opposizione di Zignago trova invece grave e inaudito che venga consegnato al Consorzio senza gara alcuna tutto il patrimonio boschivo del Comune di Zignago – stiamo parlando di oltre 300 ettari di terreno – più tutte le strade vicinali.
Riteniamo assurdo che sia il Consorzio a decidere su quali strade e boschi di proprietà Comunale si debba intervenire, ma soprattutto troviamo inaccettabile che il Consorzio stabilisca il prezzo di vendita della legna e percepisca il 40% del ricavato delle vendite di materiale legnoso pur definendosi un’associazione senza fine di lucro, gestisca le operazioni di controllo del taglio e di pesa del legname, debba essere pagato dal Comune per l’attività svolta per la gestione della vendita e possa addirittura indire le procedure di gara. Da un lato, il Comune viene estromesso dalla gestione del proprio patrimonio boschivo, dall’altro non viene stabilito alcun obbligo di controllo sull’operato del Consorzio. Il nuovo regolamento esclude inoltre Il Consiglio Comunale da ogni decisione, rimettendo tutto il potere nelle mani della Giunta e del Consorzio stesso.

Obiettivamente una tale situazione in cui si mischiano i ruoli del controllore, l’attuale Sindaco ed ex socio del Consorzio ed alcuni parenti ed affini degli amministratori comunali e quindi in teoria i controllati, disegna un quadro opaco e preoccupante ed evidenza e certifica come questa amministrazione abbia interesse a sostenere il Consorzio solo ed esclusivamente per tornaconti elettorali.

Alla fretta e alla frenesia di approvare il pasticciato regolamento del Consorzio si contrappone invece l’inconcludente inerzia tipica di chi non ha alcun interesse e capacità a risolvere i problemi della gente.
Ad oggi siamo ancora in attesa di sapere, dopo almeno 4 mesi ed innumerevoli solleciti, cosa intenda fare il Sindaco per porre fine allo stato di degrado dei cimiteri di Serò e Torpiana, quale soluzione e prospettiva intenda avere con ACAM Acque, visto che il ricorso è ancora in atto ma non si ha alcuna notizia ufficiale, come intenda modificare la disastrosa organizzazione della raccolta dei rifiuti ed altre questioni rimaste ancora senza riscontro. Come per gli altri Sindaci, anche per il Sindaco di Zignago vale l’obbligo di risposta entro 30 giorni dalle richieste. Se il Sindaco preferisce rispondere in Consiglio Comunale, basta che inserisca all'ordine del giorno le argomentazioni che vuole trattare, cosa che ovviamente non è mai stata fatta. In ogni caso, dato che a Zignago stranamente non è consentito registrare le sedute di Consiglio Comunale – e questo la dice lunga – alle richieste scritte dovrebbero seguire sempre risposte per iscritto (perché verba volant...), senza dare sempre la colpa ai dipendenti troppo impegnati, visto che crediamo che il Sindaco sappia scrivere.

L’Opposizione di Zignago
Andrea Brendani
Annalisa Pisoni
Bruno De Nevi

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