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Veglia di Pentecoste, momento centrale dell'Anno della Fede

Sabato prossimo 18 maggio si terrà alla Spezia, nella cattedrale di Cristo Re, la grande «Veglia di Pentecoste», che nell'Anno della fede si presenta come una forte occasione di testimonianza della nostra fede.

Domenica scorsa, su queste colonne, il vescovo diocesano Luigi Ernesto Palletti ha richiamato il valore e l'importanza di questo incontro, al quale – nel solco dell'antichissima tradizione della Chiesa (la Veglia di Pentecoste era una delle più importanti dell'anno liturgico sin dai primi secoli cristiani) – tutti i fedeli della diocesi sono chiamati ad intervenire. Nel corso della Veglia, fissata per le 21 di sabato, il vescovo presiederà la Messa solenne della vigilia di Pentecoste. Alcuni giovani neo diciottenni, a nome di tutti i loro coetanei, rinnoveranno nel corso del rito le loro promesse battesimali, e tutti i presenti si uniranno a loro. La grande «Veglia di Pentecoste» rappresenta dunque un momento centrale in questa primavera di fede dell'anno 2013, scandita anche da altre iniziative di carattere diocesano e da altre promosse dall'associazionismo. Tra queste ultime, mette conto di soffermarsi sul successo ottenuto, nella notte tra sabato e domenica della scorsa settimana, dalla terza edizione della "Notte bianca per la vita", svoltasi quest'anno nei locali diocesani della Cittadella della pace di Pegazzano. E' stata una notte di arte e spettacolo, per comporre, tutti insieme, un grande inno alla vita. Vi hanno partecipato, nel complesso, alcune centinaia di giovani, in gran parte allievi delle scuole superiori. Centoventi sono state le colazioni servite alle otto di domenica mattina, al termine dell'avventura. Numerosi anche gli insegnanti di religione, «un aiuto davvero prezioso per la serata», come li ha definiti Giovanni Ricchetti, l'anima dell'evento. Nella notte si sono esibiti una ventina di gruppi musicali scolastici. A vincere il disco d'oro, dedicato alla sovrintendente capo della Polizia Maria Teresa Marcocci, deceduta in servizio due anni or sono, sono stati il gruppo "No name for a night" e Chiara Vergassola, studentessa del liceo Costa. "Custodi della Verità, della Bontà e della Bellezza della vita" era il titolo della notte. I giovani hanno partecipato ai laboratori di teatro e di poesia curati dagli artisti Gigi Cotichella, Francesco Rizzato e Fabrizio Bucci, con la scrittura di alcune poesie sulla vita e di una esibizione di danza. Molto apprezzati anche i risultati di un "gioco pittorico", che ha realizzato la scritta "Vita" combinando i contributi artistici di vari gruppi. La serata ha vissuto un momento molto intenso e toccante con la testimonianza di Donatella Garaffo, bresciana, madre affidataria di Juliana, ventenne albanese. Poco più di un anno fa, Juliana, convivente con Ahmed, entrava nella clinica Mangiagalli di Milano per abortire il proprio figlio, essendo in difficoltà economiche. Proprio all'ultimo momento, Ahmed – convinto dalla fiducia e dalla disponibilità di Donatella e dei suoi amici – decise di entrare in sala operatoria e di salvare Simone, un bellissimo bambino dagli occhioni vivaci, che è stato qui alla Spezia con i suoi genitori. E proprio "Simone" è il titolo della canzone che Massimo Versace ha scritto insieme ai giovani spezzini, colpiti dalla testimonianza di amore e speranza della giovane famiglia lombarda. Alla «Notte bianca» hanno partecipato varie associazioni, quali il Movimento per la vita, che ha proseguito la raccolta di firme "Uno di noi", per la tutela giuridica dell'embrione a livello europeo, «Nasi Uniti», che si occupa dell'animazione della pediatria in ospedale, l'Associazione volontari ospedalieri, il gruppo Padre Alfonso, le Guardie ecologiche volontarie, il Forum delle associazioni familiari, il Servizio missionario giovani) e l'«Arsenale della pace» fondato a Torino da Ernesto Olivero. Il pittore Enrico Imberciadori, presente alla serata, ha esposto la grande tela "Un grido: sì alla vita", realizzata per denunciare la soppressione di vite umane innocenti attraverso l'aborto. La «Notte bianca» era stata introdotta dalla Messa celebrata dal vescovo Palletti, il quale ha sottolineato l'importanza fondamentale della vita, «condizione necessaria anche per la nostra libertà», e la necessità di accoglierla «dal concepimento fino alla morte naturale». «La vita si accende qui nella storia e non si spegne più per l'eternità. In un piccolo spazio di storia ci giochiamo l'eternità». A seguire, nel saluto iniziale, anche il prefetto Giuseppe Forlani e il questore Gaetano D'Amato hanno parlato del valore della vita ed hanno invitato i giovani a non sciuparla, dedicandola a grandi ideali.

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