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Ferrante (CIA), "I caprioli creano grossi problemi all'agricoltura" In evidenza

Tra alcuni giorni vi sarà il pronunciamento del TAR riguardo al ricorso avverso la caccia di selezione al Capriolo; argomento che nei giorni passati ha infuocato gli animi di molte parti della società civile che si sono levate contro la delibera di apertura emessa dalla Provincia della Spezia.

In tanto frastuono di Associazioni di persone sensibili e rispettose della vita di questi animali, di Associazioni venatorie favorevoli a questa attività e con la Provincia posta tra l'incudine delle une ed il martello delle altre, si è forse persa una visione oggettiva, ragionevole e complessiva della problematica dell'esistenza del Capriolo nelle nostre Valli. Si, nelle nostre Valli, perchè se il problema ora è a Varese Ligure, Sesta Godano e Zignago, non è detto che rimarrà confinato in questi areali; infatti questo animale si sta spostando anche nelle zone più antropizzate della Val di Magra . Tutto ciò è dettato da semplici motivi di adattabilità e sopravvivenza della specie perchè, se in Val di Vara il capriolo deve convivere con il lupo, in Val di Magra , al momento, non deve guardarsi da questo predatore ed ha a disposizione cibo in abbondanza, dai tralci e frutti dei vigneti della DOC dei Colli di Luni ai ricacci degli ulivi, ai boschi delle alture. Tornando alla questione che ha riscaldato le fresche giornate di questa estate anomala, la Confederazione Italiana Agricoltori della Spezia ritiene che sia stata sottovalutata fortemente in tutta questa polemica, la problematica che un numero elevato di caprioli causa alla gestione dell'agricoltura. Se da una parte l'atto cruento dell'abbattimento selettivo non piace, comunque si notano problemi alla ricrescita nelle tagliate di cerro della Valle; i pochi appezzamenti a vigneto che eroici agricoltori stanno recuperando sono assaliti da questi animali che con abilità saltano le recinzioni a misura di cinghiale poste a salvaguardia del vigneto; e se di giorno non amano farsi vedere, col calar del sole si avvicinano alle abitazioni e si cibano anche molto volentieri di ortaggi e frutta.
In uno scambio di opinioni con il Presidente di Federcaccia LA Spezia sig. Gherardo Ambrosini, non abbiamo riscontrato il desiderio di armare un esercito di doppiette per partire all'assalto di questi simpatici animali, ma si è discusso di come affrontare tale problema e del ruolo che i selettori svolgeranno negli ambiti di lavoro degli agricoltori. "I selettori hanno dovuto fare dei corsi specialistici, si sono impegnati sotto il coordinamento della Provincia e dei tecnici del settore nelle attività di censimento del capriolo consentendo di individuare le aree a rischio e sono soggetti a sanzioni pesanti in caso di errore nelle azioni loro assegnate " dice Ambrosini. La CIA non ha la pretesa di individuare il modo di risolvere questo problema crescente , ma chiede che chi ne sa di più dia una possibile soluzione a ciò. Già troppe sono le questioni aperte, perchè non è pensabile che il danno da lupo non si riesca a vedere riconosciuto in quanto il veterinario che certifica la morte dell'ovicaprino deve necessariamente e legittimamente scrivere " predazione da canide"( chi ha visto se trattarsi di lupo o cane inselvatichito?) e la legge risarcisce la " predazione da lupo"; non è possibile che per mietere il proprio grano o per raccogliere la propria uva si debbano realizzare recinzioni anticinghiale e se non resistono, il danno riconosciuto è "ridicolo" dovendo fare riferimento ai parametri della borsa merci globalizzata. "Se poi andiamo ad affrontare il problema causato sempre dai cinghiali nel grufolare lungo i coltivi terrazzati dei vigneti della Val di Magra o delle Cinque Terre e le devastazioni di secolari infrastrutture quali i nostri muretti a secco ed a questi aggiungiamo anche l'azione del Capriolo, dobbiamo pensare bene a come arginare questo problema subito, evitando che diventi emergenza anche in questi territori. Solo da un'azione condivisa tra i soggetti che a vario titolo ruotano attorno al mondo agricolo, si potranno trovare le giuste soluzioni " dice Andrea Marcesini , Vicepresidente Cia della Spezia inquadrando la questione da agricoltore- cacciatore. E chi si eleva a tutela del territorio e degli animali selvatici che vi abitano, pensi anche a chi ogni giorno fa dell'agricoltura e della tutela del territorio la propria ragione di vita, estate ed inverno, sotto la neve e sotto il sole, con strade dissestate e presidi sanitari quasi inesistenti, convivendo con lupi, caprioli, cinghiali,cacciatori, ambientalisti, animalisti e ... chi più ne ha più ne metta. "La Confederazione Italiana Agricoltori non può abdicare dal ruolo di difesa dell'attività e del reddito dei propri associati; quindi, si rivedano le norme, si ridiscutano, se necessario, le varie questioni , purchè si trovi una soluzione che non farà certo contenti tutti, ma che vada incontro anche alle necessità del mondo agricolo" chiosa Alessandro Ferrante Presidente Provinciale CIA della Spezia .
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