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Addio all'artista e videomaker Giacomo Verde In evidenza

Infaticabile creatore e inventore di modalità artistiche che usano latecnologia "povera".

E’ scomparso, dopo lunga malattia, il noto videomaker e artista di teatro tecnologico Giacomo Verde. Viveva a Lucca ma era legato alla Liguria e a Spezia dove aveva portato performance e installazioni sin dal 2000 e dove abita l’ex compagna Anna Monteverdi studiosa di teatro e il figlio Tommaso, già studente del Fossati.

Alla Spezia in occasione di una lunga residenza d’artista coordinato dalla Monteverdi aveva creato il primo spettacolo interattivo italiano, Storie mandaliche, nel 2000 in cui Verde era tecnonarratore. All’Isola Palmaria per Genius loci aveva portato l’evento A mettere mano, un’azione videosonora di “riciclaggio tv” in cui gli spettatori erano invitati a spaccare la Tv e a creare, con i frammenti, piccole sculture in gesso realizzate in tempo reale.

Animatore del personaggio virtuale Bit (portato in Tv e al Museo della scienza), il teatro di Verde era un mix di ricerca, tradizione popolare e tecnologie: è stato il primo artista a usare Internet come forma d’arte anche per il teatro con lo spettacolo Connessioni remote nel 2001 e a creare vivaci comunità legate dal filo comune della critica politica e dell’attivismo sociale attraverso l’arte. Socializzare saperi tecnologici: il movimento di “artivism” vede Giacomo Verde tra i protagonisti assoluti e si è sviluppato e diffuso anche grazie alle sue pionieristiche proposte e oper’azioni artistiche.

E’ stato ideatore e firmatario del primo Manifesto Italiano del Virtuale Per una cartografia del reale, 1993 con Paolo Rosa, Antonio Caronia, Mario Canali, Antonio Glessi e Maria Grazia Mattei.

Infaticabile creatore e inventore di modalità artistiche che usano la tecnologia “povera”, ha attraversato generi e linguaggi dalla videoarte alle installazioni digitali al teatro, frantumandoli e connettendoli insieme, in un techno collage di cui solo lui era capace. Docente in varie Accademie e Dams (Carrara, Torino, Macerata, Roma), negli ultimi anni si era dedicato soprattutto al lavoro con collettivi artistici tra cui L.U.C.i.A. e soprattutto con l’associazione DadaBoom di Viareggio coordinato da Alessandro Giannetti. A lui, al figlio Tommaso e al fratello Sabatino, il difficile compito di unire i ricordi e di tenere sempre accesa l’attenzione su un artista che con la sua arte ha superato la sua stessa biografia per diventare un network.

Impossibile ricordare tutti gli amici, le compagnie teatrali, i progetti in 40 anni di attività frenetica. Ci sarà modo di farlo attraverso un progetto archivio che farà capo al Dadaboom e si concretizzerà in manifestazioni, antologiche commemorative, eventi web.

In questo momento si moltiplicano gli omaggi: il toccante ricordo su radio Rai3 Suite, quello artistico degli studenti di Net Art dell’Accademia di belle Arti di Carrara; il Teatro di Roma ha inserito lo spettacolo-testamento artistico di Giacomo Verde Piccolo diario dei malanni, con il racconto della malattia e della precarietà dell’artista mercoledì 6 maggio sul canale Youtube del Teatro stesso a partire dalle 12. Il video resterà on line sul sito anche successivamente.

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