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Finito il lockdown al centro Caritas, i residenti: "I migranti hanno fatto il tampone?" In evidenza

Dopo la riapertura della Cittadella la petizione dei cittadini ha raggiunto 152 firme.

Scaduta nei giorni scorsi la quarantena al Villaggio della Caritas di Pegazzano dopo il caso di coronavirus accertato dall'autopsia del giovane nigeriano morto avvelenato venti giorni fa.

Dopo il forzato lockdown di due settimane è stato riaperto il cancello su via XV Giugno e i 130 giovani profughi ospiti della struttura sono di nuovo autorizzati ad uscire senza alcuna restrizione.

La cosa continua a preoccupare gli abitanti della zona, in quanto non si è ancora saputo – da fonti ufficiali – se all'interno siano stati effettuati tamponi o test sierologici, motivo per cui non è escludibile a priori il rischio che permanga una "positività" asintomatica tra loro considerando che in casi anche famosi (uno per tutti, Paulo Dybala) i tamponi effettuati hanno dato esiti avversi dopo ben 40 giorni.

Per questo motivo nella petizione lanciata da alcuni residenti sono state raccolte in pochi giorni 152 firme, inviate a Sindaco e Prefetto "per richiamare la loro attenzione riguardo all'emergenza di salute pubblica venutasi a creare nel nostro quartiere a seguito dell'accertamento di un caso di positività al Covid-19 di un'ospite della Cittadella della Pace di Pegazzano. Viste le condizioni di promiscuità forzata a cui sono soggetti gli occupanti – si legge nella petizione – a tutela della salute pubblica del quartiere e degli ospiti stessi della struttura, gli abitanti di Pegazzano sollecitano il Comune e la Curia della Spezia affinché tutti i suoi occupanti vengano sottoposti a tampone per accertare la positività o meno del virus, onde evitare che la riapertura del centro si trasformi in un potenziale focolaio di propagazione dell'infezione per il quartiere e la città stessa".

In sintesi, gli abitanti del quartiere non hanno alcun motivo polemico contro il centro di accoglienza, ma chiedono più trasparenza e vogliono sapere dalle autorità sanitarie, sindaco in primis, se la Asl ha fatto i dovuti controlli ovvero se ha sottoposto gli ospiti ai tamponi e, in caso avesse proceduto, quali esiti abbiano avuto i test anti Covid-19.

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