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A 92 anni continua l'impegno missionario di Padre Claudio Moscatelli in Kenya In evidenza

Alla sua attività sarà destinata parte della raccolta quaresimale nelle chiese della diocesi spezzina.

Da anni ormai i religiosi Passionisti, dopo alcuni secoli di presenza a Brugnato, hanno lasciato la Val di Vara. La scarsità di vocazioni e nuove esigenze di carattere pastorale, anche missionario, non hanno lasciato alternative alla congregazione. Nondimeno, il legame tra Passionisti e Val di Vara rimane vivo, e non solo nel ricordo di quanti, a Brugnato come in tante parrocchie della zona, li hanno conosciuti.

Non a caso, come già altre volte in passato, uno degli obiettivi della “Quaresima di carità” decisi dalla diocesi riguarda l’impegno missionario di un religioso, padre Claudio Moscatelli che, nativo di Sesta Godano, ha potuto scoprire e maturare la propria vocazione religiosa proprio grazie alla congregazione passionista. La figura di padre Claudio è ormai un mito per le popolazioni di quella parte occidentale del Kenya, che dalle pendici delle miniere di Macalder degrada verso Karungu e il lago Vittoria, nel cuore dell’Africa sub sahariana. Ma può esserlo anche per noi, perché ci aiuta a capire in fondo il senso dell’impegno missionario, ancora vivo ed attuale, nonostante i tempi siano molto cambiati e, in forme diverse, la nostra stessa Europa sia divenuta a suo modo terra di missione.

Basti pensare che padre Claudio, a Sesta Godano, è nato nel 1932, e che quindi compie in questo 2024 ben novantadue anni, quarantasei dei quali, ovvero esattamente la metà, trascorsi in Africa orientale. Giunse infatti in Kenya nel 1978, subito impegnato nell’evangelizzare quelle popolazioni ma anche attento, come ogni missionario, alla promozione umana della sua gente. Ed è straordinario come ancora oggi, incurante degli anni, porti avanti, con entusiasmo giovanile il progetto “Tailoring and dressmaking” (taglio, cucito e confezione di vestiario) rivolto alle giovani di quei luoghi. Lo scopo di questa, come di altre iniziative collegate, è quello di aiutare le ragazze (giovani orfane ma anche persone in situazione di disagio) a seguire i corsi per conseguire, dopo gli esami, il cosiddetto “certificato nazionale", grazie al quale possono ottenere il lavoro e rendersi quindi autosufficienti in una società dove per molte donne la vita è ancora difficile.

Il collegamento con la sua diocesi di origine, come detto, non è nuovo: Karungo e Macalder furono visitate anni fa dall’allora direttore del centro missionario don Giovanni Tassano, dal diacono Bruno Canese e collaboratori.

La scelta del vescovo di indicare l’opera di padre Claudio come obiettivo della raccolta quaresimale si inserisce dunque in questo contesto, destinato, potremmo dire, a restare nella storia dell’azione missionaria d​​​​​​​ella diocesi.

(Testo: Giuseppe Savoca)

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