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Su di lui pendeva un mandato di arresto europeo, individuato e fermato dalla Polizia della Spezia In evidenza

L'uomo ha tentato di evitare le manette dando false generalità e mostrando documenti contraffatti.

Era ricercato da alcuni anni in tutta Europa e, in una occasione, aveva già evitato la cattura a Firenze, fuggendo in modo rocambolesco sui tetti attigui allo stabile dove viveva.

Le indagini condotte dalla Squadra Mobile della Spezia, con la collaborazione di quella di Firenze, hanno permesso di localizzare il ricercato che, sotto falsa identità, si riteneva potesse essersi trasferito in questa provincia.
All’esito di una meticolosa attività di indagine, individuata la zona dove il catturando poteva trovarsi, e più precisamente nel comune di Porto Venere in località Le Grazie, gli uomini della Squadra Mobile spezzina hanno effettuato un servizio di appostamento che, dopo diverse ore di attesa, ha permesso di individuare e bloccare il sospetto.

L’uomo, al momento dell’identificazione, dichiarava di essere un cittadino lettone, classe 1970, mostrando agli agenti la carta d’identità e la patente di guida apparentemente emesse dalle autorità lettoni, sulle quali era apposta la sua fotografia.
Accompagnato negli uffici della Questura, a seguito di verifica effettuata sui documenti da parte di “esperto in falso documentale” in servizio presso la Squadra Mobile, emergeva che entrambi erano stati contraffatti, non corrispondendo agli specimen originali.

Contestato il possesso dei documenti falsi, nell’estremo tentativo di eludere la cattura, il soggetto fermato asseriva di essere un cittadino lituano, classe 1970, fornendo ancora una volta false generalità.
Gli accertamenti nel frattempo effettuati, procedendo anche a foto segnalamento, confermavano che si trattava del ricercato, un cittadino ungherese cinquantaduenne, colpito da mandato di Arresto Europeo emesso dalle Autorità Ungheresi per i reati di truffa.

Nei confronti dello stesso è stato eseguito il provvedimento restrittivo (M.A.E.) acquisito tramite il Servizio di Polizia per la Cooperazione Internazionale e l’uomo, all’esito delle incombenze di rito, è stato messo a disposizione della Corte di Appello e della Procura Generale di Genova, mediante accompagnamento presso la locale Casa Circondariale.

Per il possesso e l’uso dei documenti falsi il cinquantaduenne ungherese è stato anche tratto in arresto in flagranza di reato. La posizione dell’arrestato - al quale vengono contestati i reati di possesso di documenti di identificazione falsi (497bis c.p.) e false attestazioni a pubblico ufficiale (495 c.p.), aggravati dall’aver commesso i fatti durante il periodo in cui si è sottratto volontariamente all’esecuzione di un ordine di arresto (61 n. 6 c.p.) - è ora al vaglio del sostituto Procuratore della Repubblica e poi del Giudice del Tribunale della Spezia, per una puntuale analisi delle condotte e responsabilità dell’indagato, nel corso dell’udienza di convalida fissata per oggi.


È fatta salva in ogni caso - in base agli artt. 27 della Costituzione, 6 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, 47 e 48 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea - la presunzione di innocenza delle persone sottoposte ad indagini preliminari, che possono far valere, in ogni fase del procedimento, la propria estraneità ai reati per cui si procede.

 

(Foto di repertorio)

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