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L'ultimo abbraccio a Gennaro: "Sei un'anima bella che ci ha riempito di doni" (foto) In evidenza

di Gabriele Cocchi – Due giorni col fiato sospeso, a compulsare i giornali online e i social network in attesa di un messaggio, di una voce che dessero un briciolo di speranza. Poi la ferale notizia, intorno alle 17 di ieri, in un laconico comunicato dell'Asl, che ha spento ogni barlume di ottimismo degli spezzini.

Poche parole: "Alle ore 16.07 presso la Rianimazione dell'Ospedale S. Andrea hanno avuto inizio le procedure di accertamento di morte cerebrale del ragazzo di anni 25 colpito da meningite meningococcica".

Per uno straordinario sentimento di umanità diffusosi istantaneamente tra gli spezzini, complice forse anche l'ingiustificata psicosi da contagio corsa sulle chat, per due giorni Gennaro Canfora, venticinquenne dal sorriso contagioso e dalla faccia pulita, studente di Scienze Agrarie all'Università di Pisa e barista al Murphy's di Piazza Chiodo, è diventato il figlio di ogni padre e madre della provincia, l'amico che ogni ventenne spezzino ha sempre conosciuto, anche senza averlo mai incontrato.
Chissà poi quanti lo hanno veramente incrociato, a tarda notte fra i tavolini del Murphy's, il pub che ha accudito nottetempo intere generazioni di spezzini, tra una pinta di birra e una fetta di fainà, e che ieri gli ha detto "arrivederci" con il saluto più semplice e straziante di tutti: "Ciao Rino".
Gennaro la fainà e la birra te le portava con il garbo e la discrezione che gli erano propri, per poi offrirti una sigaretta sul ciglio della porta d'ingresso, così da distendersi tra una portata e l'altra con due chiacchiere di circostanza.

Oggi in Piazza Brin la chiesa di Nostra Signora della Salute era stracolma, soprattutto di ragazzi, per l'ultimo abbraccio a "Rino".
"Il clima di amicizia che c'è oggi in questa chiesa – ha ricordato il parroco – dimostra che Gennaro nella sua vita si è donato agli altri. Mi dicono persino che il suo cuore batte già in un altro corpo a Torino".
"Rino – hanno detto i parenti nel silenzio assordante della chiesa di Piazza Brin – portava il nome del nonno, per ricordare come fosse un ragazzo forte e pieno di vita. Rino era un'anima bella perché era sempre pronto a regalare un sorriso, perché a soli venticinque anni aveva già superato molte prove, con un'umiltà non comune per la sua giovane età. Rino era un'anima bella che nei pochi anni della sua vita ci ha riempito di doni e ha chiesto a tutti noi di sorridere. Noi ti aspettiamo. Ciao Rino".

Ora resta solo il silenzio, il rispetto per il dolore della famiglia, della sua ragazza e degli amici - a cui vanno le condoglianze di tutta la redazione di Gazzettadellaspezia.it – e la profonda lezione di altruismo che hanno dato a tutti noi i genitori, decidendo di donare gli organi di Gennaro. Come resta, d'altra parte, l'insensatezza del morire a venticinque anni senza nessuna valida ragione.

 

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