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Rosario Sanarico: "Angelo del mare e uomo del Golfo" In evidenza

di Doris Fresco - A lui sono state intitolate la base navale di Punta Pezzino e una rotatoria in città.

Si è svolta questa mattina, alla presenza delle maggiori autorità cittadine, del Capo della Polizia di Stato e del Ministro dell’Interno, la cerimonia di intitolazione della base navale della Polizia di Stato di punta Pezzino e della rotatoria di viale Nazario Sauro, all’Ispettore Sups Rosario Sanarico, scomparso durante una delicata immersione nel fiume Brenta, mentre erano in corso le ricerche del corpo di Isabella Noventa.
La giornata di oggi è stata senza dubbio un momento dedicato prima di tutto alla famiglia, agli amici, e a tutti coloro che hanno volto bene a Sasà: cerimonie semplici, sia quella alla rotatoria, sia quella alla base di punta Pezzino, ma entrambe emozionanti e sentite.
A ricordarlo è stato innanzitutto il direttore del CNeS Santi Allegra: “Ringrazio tutte le autorità spezzine per aver voluto questo momento in ricordo di un grande collega. Saranico si è distinto per spirito di servizio e valore: ha generosamente speso la sua vita distinguendosi per elette virtù civiche. Riconosciuto vittima del dovere e insignito della medaglia al valore civile. Rosario era l'anima del Pezzino, un angelo del mare trascinatore del gruppo, sempre in prima linea, miglior collega che si possa cercare in ambiente marino. Dal tratto umano gentile e sorridente; purtroppo ho potuto condividere con lui solo pochi mesi di lavoro, ma quel poco tempo mi è bastato per conoscere ed apprezzare la sua lealtà, il suo altruismo e il suo coraggio".
Annavera, la figlia, l’unica componente della famiglia a prendere la parola, che ha speso per il padre parole di profondo affetto: “Questa è la storia di un generale che ha conquistato il mondo terreno e grazie al mare si è spinto molto più in là. Grazie alle autorità che accrescono il significato di questa cerimonia e grazie a tutta la Polizia di Stato che è una grande famiglia che si è stretta vicino a noi. Oggi lo Stato è presente e onora la memoria di un grande uomo, che ho il privilegio di chiamare papà".

Rosario Sanarico era nato a Napoli il 10 ottobre del 1963 e dopo essere entrato in Polizia non ancora ventenne, nel 1984 era stato assegnato al Centro Nautico e Sommozzatori della Polizia di Stato della Spezia. Qui ha frequentato il corso per operatore subacqueo iniziando una lunga carriera che lo ha portato a specializzarsi sempre più e ad assumere incarichi di crescente importanza: impegnato anche nei soccorsi del naufragio della Costa Concordia, ha conseguito negli anni numerosi riconoscimenti per l'attività svolta tra cui l'Attestato di Pubblica Benemerenza" come testimonianza per l'opera e l'impegno prestato in interventi di protezione civile. Per le sue spiccate doti umane e professionali.

“Non ho potuto conoscere Sasà personalmente- ha spiegato il Ministro dell’Interno Matteo Minniti- Ringrazio la famiglia per averci regalato questa splendida persona: siamo orgogliosi di tutto ciò. È un dovere essere qui, ma mi sento anche emotivamente coinvolto. Saranico è stato un grande servitore dello Stato, che ha saputo distinguersi per elevate abilità e competenze: riusciva a fare 7 minuti di apnea e questo denota grande forza mentale e fisica. Insomma, un vero campione, che mi dispiace non aver conosciuto. Sicuramente Rosario ha contribuito a rendere questo un reparto di élite del nostro Paese”.
Ha concluso Minniti: “Sanarico era un uomo dell'acqua, di quelli che capiscono come i valori fondamentali, in acqua devono diventare più forti: andare sotto al mare è una scelta forte, perché spingersi sotto la superficie significa non avere più contatto con il resto. Non si può andare sott'acqua se si è egoisti e so che Sasà era uomo dell'acqua, un uomo del mare e anche il suo viso dimostrava questo, perché guardando le sue foto si può facilmente capire come entrare in mare e accettare la sfida per lui fosse sempre motivo di gioia”.

Subito dopo la benedizione e l’intitolazione ufficiale della base, la cerimonia si è spostata alla rotatoria di viale Nazario Sauro, angolo con viale Aldo Ferrari, di fronte all’ingresso del CNeS. Qui ha preso la parola il sindaco Massimo Federici: “Dedicare una parte della nostra città a Sasà è un dovere. Saranico era uomo dello Stato e della Polizia, ma anche nostro concittadino: a vent'anni arriva alla Spezia diventando un punto di riferimento; questo è un angolo di città dedicato a lui, ma anche a tutti gli uomini e le donne che si spendono per il bene della cittadinanza. La città è e sarà sempre vicino ai famigliari di chi è caduto nel servizio, perché vogliamo condividere il loro dolore. Non atto celebrativo o solo commemorazione perché Rosario è un uomo del golfo”.
Infine ha parlato, non solo di Sanarico, il Capo della Polizia di Stato Franco Gabrielli: “Oggi celebriamo il riconoscimento ad uno straordinario uomo e poliziotto: si può essere eroi per caso, ma mai grandi uomini e grandi poliziotti per caso”. Gabrielli ha anche colto l’occasione per parlare dell’immigrazione, problema sentito in Italia e in Liguria specialmente, vista la situazione a Ventimiglia: “In questa partita noi siamo il pronto soccorso, operiamo quello che attiene alla gestione dei flussi”.

Celebrare una persona dal grande valore come Sanarico e vedere esaltata anche l’eccellenza del CNeS, porta anche a domandare se ci sia abbastanza fiducia nelle forze dell’ordine e, soprattutto, se gli investimenti nelle forze dell’ordine sia sufficienti: “Il problema più grande del nostro paese è che il contatto tra le forze dell’ordine e la cittadinanza sta diminuendo, noi dobbiamo rendere questo distacco meno ampio, recuperando la credibilità delle istituzioni. Per quanto riguarda gli investimenti, credo ci sia stata negli ultimi anni, la volontà di invertire la tendenza e tornare ad investire, i cittadini hanno diritto ad avere un apparato di sicurezza e sottolineo la positività auspicando che le leggi di bilancio del futuro siano sulla stessa lunghezza d’onda di noi che abbiamo investito nell’ordine del miliardo in un’epoca in cu ii tagli vanno per la maggiore. Io opero sapendo di non essere un decisore, ma un fruitore finale”.

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