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La veglia delle Sentinelle in piedi in Piazzetta del Bastione In evidenza

Pubblichiamo il testo inviatoci da Francesco Bellotti.

Tredici persone hanno partecipato ieri sera in Piazzetta del Bastione alla Spezia alla veglia delle Sentinelle in Piedi, la quindicesima sul territorio spezzino, dal 2014. La veglia poneva l’attenzione sul dramma dell’aborto, a quarant’anni dalla legalizzazione con la legge 194.
«Nella storia esiste una legge non scritta per cui davanti ad ogni male, alcuni uomini non restano a guardare, ma offrono le proprie esistenze perché ogni volta il bene rinasca, perché sempre la verità possa affermarsi» - ha detto il portavoce nel discorso iniziale.


«Le sentinelle sono chiamate a vedere le minacce alla verità in anticipo, per mettere in guardia tutti dal pericolo. È un compito difficile, perché la Sentinella è spesso solitaria nel suo lavoro, non può permettersi distrazioni, nè sottovalutare segnali di pericolo. Non siamo un'associazione nè un circolo: chiunque veda minacciata la verità e lanci l'allarme è una sentinella».


«Qual è il pericolo oggi? La verità stessa è a rischio di estinzione, tanto è grande e pervasiva la menzogna. Alfie Evans, due anni, gravemente malato, è stato ucciso “nel suo miglior interesse”. Stesso schema anche a Modena: un giudice ha deciso che, nel “miglior interesse” del paziente, e conformemente alla legge sulle DAT, approvata il dicembre scorso, sarà il padre a decidere della vita di una giovane donna. Sarà qualcun'altro - oggi il padre, domani un giudice o direttamente un medico - a stabilire chi è degno di vivere e chi no. Ovviamente, sempre nel “miglior interesse”, come in Inghilterra per uccidere Alfie, Charlie ed Isaiah. Usano la stessa terminologia e non dovremmo allarmarci? Ripetono lo stesso copione per cui una persona malata può – spesso deve - essere uccisa e questo è il suo miglior interesse. E noi dovremmo tacere? Lanciamo l'allarme, perché la morte per fame e per sete è stabilita nel nostro ordinamento con la legge sulle DAT. Ancora una volta la menzogna promette felicità e restituisce morte».


«Quest'anno ricorrono i 40 anni dall'approvazione della sciagurata legge sull'aborto in Italia. E dopo 6 milioni di vittime, ancora si parla di diritto delle donne o si nega che il bambino nel grembo della mamma sia vita. Ma la menzogna non è mai sazia. Non si accontenta di distribuire falsità, impone la resa dell'anima. Basta pensare alla legge sul divorzio: quanti oggi hanno il coraggio di dirsi pubblicamente contro il divorzio? E così, sempre partendo da casi estremi, siamo arrivati ad approvare nel nostro intimo quello che è un grandissimo male. I frutti parlano chiaro, ma ormai ci siamo abituati e così la menzogna ha trovato casa dentro di noi».


«Sembra che il male si senta così potente da non nascondersi più dietro a terminologie da neolingua. Nelle ultime settimane i giornali annunciavano la registrazione anagrafica di bambini nati da due padri o due madri. Secondo gli stessi giornali - che fanno campagne contro le fake news, ovviamente quelle degli altri - ci sarebbero dei bambini concepiti da rapporti omosessuali. E questa bugia viene certificata dai sindaci che trascrivono il falso nei registri comunali».
«La verità va affermata tutta intera e senza sconti perché la menzogna procede a piccoli passi. Erano e sono sbagliate le unioni civili. Le adozioni sono solo la logica conseguenza. Il rapporto tra persone dello stesso sesso non corrisponde a ciò per cui l'uomo è fatto, per questo è sbagliato che lo Stato elevi questo rapporto a valore tramite una legge. Perchè sbagliato è sbagliato anche se lo dice la legge. È sbagliato accettare compromessi sulla verità , che per natura è indivisibile. Anche una piccola apertura significa è una crepa che col tempo causa la distruzione della diga. Ma se menzogna deve essere, se il male regna, non sia con la nostra approvazione!».


Al termine della veglia, il portavoce ha letto un brano da un’omelia di Clemens von Galen, vescovo di Munster, pronunciata nell’agosto 1941, riguardo all’Aktion T4, il programma di eugenetica del governo tedesco di Adolf Hitler. Il vescovo ammoniva coraggiosamente che la soppressione degli “improduttivi” malati di mente – introducendo il principio delle “vite inutili” – avrebbe aperto la strada a qualsiasi arbitrio da parte del potere. Non solo la storia ha presto mostrato quanto profetiche fossero queste parole, ma la vicenda del piccolo Alfie Evans a Liverpool ha evidenziato l’estrema attualità di menzogne che speravamo relegate nel cassetto degli orrori della storia.


Insieme a Spezia, tra ieri e oggi vegliano Milano, Brescia, Trieste, Salò, Forlì, Cesena. Settimana scorsa Como e Cremona. L’iniziativa della veglia nazionale per la vita è stata di fatto oscurata dalla rimozione della pagina Facebook “Sentinelle in Piedi”, proprio nella settimana in cui i camion-vela di Provita giravano l’Italia con le immagini di un bambino nel grembo della mamma, a undici settimane di vita. Contemporaneamente, sono stati sospesi, fino ad un mese, i profili personali degli editor della pagina. Nessuno, tanto meno i libertari, si è preoccupato della violazione della libertà di pensiero. Ma anche se si zittiscono le voci che la ricordano, la verità non cambia.

 

Testo di Francesco Bellotti

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