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Lo scatto che ha fatto il giro del web In evidenza

Lo scatto del fotografo marsigliese Antoine Mangiavacca riprende il paesaggio del Mar Ligure dalla cima più alta della Corsica.

A prima vista sembra lo spettrale panorama in bianco e nero di un altro pianeta ma se si ingrandisce l’immagine si rivela nascosto nelle tonalità grigiastre il paesaggio del mar ligure e delle sue terre circostanti riprese con un obiettivo infrarosso dalla cima del Monte Cinto: la cima più alta della Corsica a oltre 2700 m sul livello del mare.

Da qualche giorno l’immagine si è diffusa sulla rete suscitando stupore e ammirazione per la nitidezza eccezionale dei particolari.

L’autore dello scatto è il ventiduenne fotografo marsigliese Antoine Mangiavacca – nome di evidente origine corsa – che dalla cima della sua amata isola è riuscito a catturare l’intero arco costiero che dalle Apuane piega a occidente verso le Alpi Marittime e giunge fino alle alture delle Costa Azzurra e ai massicci della Provenza.

L’intero panorama è pubblicato sul sito www.klape.fr. «Sono salito sul monte Cinto» racconta il fotografo «per capire quanto lontano potevo spingermi con la tecnica dell’infrarosso. È stata una sorta di sperimentazione. Inizialmente ho elaborato l’immagine senza soffermarmi sui dettagli e solo in seguito mi sono accorto dei particolari sorprendenti. Ad esempio il profilo dei monumenti pisani di piazza dei miracoli e la cima del Monviso che appare dietro Sanremo».

Prosegue il giovane che lavora tra il sud della Francia e l’Italia - «Prendendo spunti da altri fotografi e sperimentando varie tecniche ho iniziato a praticare la foto dell’infrarosso da qualche anno. Questa tecnica permette di ottenere alti livelli di qualità, tantissimi particolari e soprattutto purezza delle luci. Ho impiegato una focale equivalente di 1000 millimetri che permette di creare un effetto schiacciamento della prospettiva, annullando la profondità delle distanza. La visibilità deve essere ottimale, quindi occorre essere bravi a pianificare questo tipo di scatti in base alle previsioni meteo – conclude Mangiavacca – Nel mio caso sono riuscito a fotografare l’intero panorama da Tolone alla Toscana, passando per Nizza, Ventimiglia, Genova e perfino il massiccio del Monte Rosa a 407 chilometri di distanza e che appare alle spalle di Varigotti. Molto di più di quello che mi ero proposto di fare».

Fotografo professionista e in possesso di un diploma post-maturità in audiovisivi, l’autore stesso è rimasto sorpreso dalla qualità della sua immagine ma non c’è nessuna magia.

«C’è la scienza dietro allo scatto di Mangiavacca» spiega Sergio Giudici, docente di Fisica dell’Università di Pisa «I sensori che ha utilizzato riescono a fissare i raggi infrarossi, un tipo di luce che i nostri occhi non sono in grado di vedere e che, a differenza della luce visibile, non sono diffusi dall’aria. Si propagano indisturbati in linea retta e, quindi, forniscono immagini nitide e ricche di particolari, anche di soggetti molto distanti. Il panorama di Antoine mi ha immediatamente affascinato» - prosegue il docente - «perché mostra come l’estetica del paesaggio evolve con le conoscenze scientifiche così come capitava ai tempi della prospettiva aerea di Leonardo e delle camere ottiche usate da Vermeer e Canaletto. Inoltre le immagini di Antoine sono un vero filo da torcere per i terrapiattisti. Di tutto questo parleremo il prossimo aprile a Levanto durante il Festival delle Geografie»

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