fbpx

Accedi al tuo account

Nome utente*
Password *
Ricordami

Diocesi lunense, storie di sante mancate

La storia della Chiesa diocesana lunense, così come quella di molte altre diocesi, comprende nei secoli passati le figure di alcuni santi e sante "mancati", nel senso che la loro vita spirituale non fu giudicata sufficiente per un processo di beatificazione dalle autorità ecclesiastiche di allora, in primo luogo il Sant'Uffizio.

Dalla fine del Cinquecento, dopo il Concilio di Trento, la santità "simulata", o come si diceva allora "affettata", entra infatti sempre più spesso tra le materie trattate dai tribunali dell'inquisizione, e questo provocò l'irrigidimento delle procedure canoniche che dovevano portare alla santità, invece, "approvata". L'argomento è stato riproposto venerdì scorso alla Spezia da monsignor Paolo Cabano, arciprete di Santo Stefano Magra e canonico di Sarzana, ma soprattutto direttore degli archivi diocesani. Monsignor Cabano, presentato da Giuseppe Benelli e da Franco Bonati, ha tenuto, sull'argomento, una "lectio magistralis" per il suo ingresso come accademico nell'"Accademia Capellini", prestigiosa istituzione culturale della Lunigiana. Le due figure presentate dal nuovo accademico sono state quelle di Caterina Brondi, giovane sarzanese vissuta tra il 1684 e il 1719, e di Maria Antonia Colle (1723 – 1772), lucchese di nascita e poi terziaria cappuccina nel conservatorio femminile di Pontremoli, città che apparteneva allora alla diocesi di Luni – Sarzana. Entrambe manifestarono in vita una dimensione spirituale molto forte, con aspetti mistici e, nel caso della Brondi, anche con generoso impegno per le persone sofferenti: la Brondi, infatti, assistette i malati prima a Genova e poi a Pisa, presso l'ospedale di Santa Chiara, dove morì. Il giudizio delle persone che le esaminarono e degli storici fu diverso per le due. Così, per la Brondi, il Semeria in "Secoli cristiani della Liguria" e lo storico diocesano monsignor Bonfigli in uno scritto del 1946 sostennero l'autenticità della sua esperienza mistica e il valore della fama di santità, mentre la Colle morì in solitudine a Mulazzo, considerata alla stregua di una persona con problemi di salute mentale. Per nessuna delle due, però, venne avviato in concreto un processo canonico di beatificazione, anche proprio per i criteri molto rigidi adottati dalla Chiesa. Monsignor Cabano ha annunciato che proseguirà i suoi studi su altre analoghe persone vissute in diocesi in quei tempi: Maria Maddalena Turriani di Sarzana, Maria Caterina Orefici di Montelungo (Pontremoli) e Maria Domenica Gianrossi di Falcinello.

 

È GRATIS! Compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna stampa.

Gazzetta della Spezia & Provincia non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio con una piccola donazione. GRAZIE

Vota questo articolo
(0 Voti)

Lascia un commento

Assicurati di aver digitato tutte le informazioni richieste, evidenziate da un asterisco (*). Non è consentito codice HTML.

Studio Legale Dallara

Informiamo che in questo sito sono utilizzati "cookies di sessione" necessari per ottimizzare la navigazione, ma anche "cookies di analisi" per elaborare statistiche e "cookies di terze parti".
Puoi avere maggiori dettagli e bloccare l’uso di tutti o solo di alcuni cookies, visionando l'informativa estesa.
Se invece prosegui con la navigazione sul presente sito, è implicito che esprimi il consenso all’uso dei suddetti cookies.